la storia

venerdì 23 Dicembre, 2022

Valentina Bentifeci, vigilessa contro la violenza di genere

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La 35enne dallo studio alla polizia locale e poi, dalla viabilità di piazza Venezia alla sezione di polizia giudiziaria: «Aiuterò le donne vittime»

Ha scelto la città di Trento per i suoi studi e in seguito per viverci. E ha fortemente voluto far parte della polizia locale cittadina, «per i vari ambiti in cui poter operare». In una costante crescita professionale. E il suo impegno, la sua determinazione e formazione negli studi (vanta anche una specializzazione in criminologia) l’hanno portata ora ad essere distaccata in Procura, ad entrare nel team di polizia giudiziaria della polizia di Stato, in particolare nel team che si occupa di violenza domestica e di genere. Tra indagini da portare avanti su delega della Procura, vittime da sentire e indagati da interrogare, sempre su disposizione dell’autorità giudiziaria. Lei è Valentina Benficeci, 35enne di Mantova ma «trentina di adozione» (come tiene a specificare). Indossa la divisa dal 2017 ed è già stata assegnata per operare in diversi contesti della città: prima nella squadra antidegrado di piazza Dante con un contratto a tempo determinato, poi, una volta superato il concorso, prestando servizio per lo più in piazza Venezia, occupandosi della viabilità, raccogliendo anche le segnalazioni dei cittadini. «L’ho fatto negli ultimi cinque anni» racconta la vigilessa, grande pacatezza, modi garbati e un sorriso dolce. L’approccio necessario per accogliere quelle persone, quelle donne, vittime di violenza, che si trovano a dover ripercorrere e rivivere a parole esperienze traumatiche e dolorose, a metterle nero su bianco. E il primo impatto della vittima con le istituzioni è fondamentale. Deeve essere messa a proprio agio, deve fidarsi, potersi aprire. Tutti procedimenti, questi, da «codice rosso», che impongono anche tempi stretti per operare in base alle circostanze, a tutela delle vittime.
Dal 5 dicembre Bentifeci è operativa nella sezione di polizia giudiziaria «e ho già intrapreso delle indagini» ha fatto sapere ieri mattina la 35enne, per niente intimorita da telecamere e flash dei fotografi, nel corso della conferenza stampa tenuta in tribunale, con il procuratore Sandro Raimondi, il sindaco Franco Ianeselli e il comandante della polizia locale Luca Sattin. «La violenza di genere è un tema a molto caro, cercherò di mettere tutto l’impegno per aiutare le vittime» ha detto l’agente che è stata assegnata in Procura, destinata all’approfondimento delle tecniche di indagine delegate in materia di violenza domestica e di genere, dopo una selezione interna su base volontaria (quattro le domande avanzate). «Il mio contributo sarà quello di fornire il massimo impegno per cercare di contrastare questo tipo di violenze con il bagaglio che mi sono creata in questi anni come agente di polizia locale di Trento – ha proseguito la 35enne – e al contempo con il bagaglio che mi sono fatta all’università e ora con il supporto del nuovo ambiente lavorativo». Bentifeci si è laureata in Sociologia a Trento, ha conseguito la specializzazione in Criminologia a Forlì e poi ha ultimato un master a Bologna in politiche di sicurezza e polizie locali. «Studi mirati per lavorare nella polizia locale e gli studi fatti mi stanno tornando utili nell’ambito professionale» ammette. «Il suo inserimento nella squadra è importante: si occuperà di indagini, dell’esame di persone offese e di interrogare indagati» ha commentato il procuratore capo Raimondi che sulla polizia locale ha detto «ha in mano un termometro che deriva dalla conoscenza del territorio». A rivolgere alla 35enne i migliori auguri di buon lavoro il sindaco Ianeselli: «Assieme al procuratore abbiamo scelto lei per questo incarico – le parole del primo cittadino – non solo in quanto donna, ma anche per il suo ottimo curriculum e i suoi numerosi anni di esperienza sul campo». E la speranza di Ianeselli è che «in futuro la violenza di genere sia solo un brutto ricordo. C’è una grande battaglia culturale da fare e il percorso deve iniziare dalle scuole». Soddisfazione è stata espressa anche dal comandante Luca Sattin, per l’assegnazione – che costituisce un impegno importante per la polizia locale, in tempi di scarse risorse umane – e per la proficua collaborazione istituzionale con la Procura.