L'intervista
domenica 6 Luglio, 2025
Valduga (Campobase): «La Civica vuole allargare il campo? Non basta dirsi centristi, bisogna esserlo»
di Tommaso Di Giannantonio
Il consigliere provinciale attacca il partito di Gottardi e i suoi due nuovi ingressi Daldoss e Girardi: «Si citano Moro e De Gasperi, ma si è stati eletti con Fratelli d'Italia»

Insieme a Gottardi e Girardi, allora sindaci di Tione e Mezzolombardo, nel 2017 Francesco Valduga lanciò il movimento civico dei sindaci. Poi le strade si separarono presto, con la scelta di campo di Gottardi con il centrodestra di Fugatti. E ora, all’interno del centrodestra, La Civica vorrebbe aprire una nuova stagione centrista. «Ma non basta dirsi di centro, bisogna esserlo», sottolinea Valduga, leader di Campobase.
È un bene o un male, comunque, che si voglia rafforzare l’area di centro?
«Di per sé non è una cattiva notizia che ci sia più voglia di centro, perché il centro è il luogo della mediazione, della composizione, della moderazione e del dialogo. Io ho sempre sostenuto che ci sarebbe la necessità di costruire alleanze il più possibile omogenee che mettano insieme le aree riformista, popolare, liberale e cattolico-democratica. E che abbiano questa attitudine al dialogo, alla moderazione. Un’alleanza né di centrodestra né di centrosinistra, piuttosto sarebbe un’alleanza “centrale”, perché mette insieme le culture che hanno fatto la storia del Trentino, e che in Europa esiste. Però è difficile immaginare un’alleanza di questo tipo se non si è capaci di andare oltre gli attuali sistemi elettorali (in Europa c’è il proporzionale) e, soprattutto, se non si è capaci di recidere i rapporti con alcuni estremismi».
Eppure la volontà della Civica è quella di dare vita a un’area territoriale, popolare e autonomista.
«Sentiamo parlare di comunità autonoma, territorialità e popolarismo, ma non basta dirsi di centro. Si citano Moro, Kessler e De Gasperi, ma si è stati eletti con Fratelli d’Italia (allude a Girardi e Daldoss, ndr). Rilevo una profonda incoerenza. E a proposito di trentinità, non mi si dica che Fratelli d’Italia è un partito autonomista e territoriale. Trovo offensive, inoltre, le dichiarazioni di Fugatti, che dice che il trentino medio è quello pragmatico, senza ideologie, e che quindi il centro si identifica con il luogo del qualunquismo. La storia del popolarismo trentino e di quello nazionale non c’entra nulla con questo. E poi, comunque, la Lega, con Vannacci e certi altri estremisti, si dimostra più a destra di Fratelli d’Italia. Fugatti parla di pragmatismo, ecco, sarebbe meglio che si occupasse dei destini del nostro ospedale. Mi ritrovo, invece, con quanto detto da Girardi, che ha richiamato un metodo basato sulla competenza e sulla profondità. E lo ha fatto citando Borga e Betalli (fondatori della Civica trentina, ndr), ma mi permetto di dire che, dal punto di vista del metodo, avrebbero poco a che fare con la sciatteria con cui Fugatti e il centrodestra mettono in piedi le procedure e presidiano i grandi progetti».
In questo nuovo progetto presentato dalla Civica c’è chi vorrebbe attrarre anche elettori ed eletti di Campobase. C’è questa ipotesi?
«Il perimetro del centrodestra non è quello di Campobase. Chi ha votato ed è stato eletto con Campobase non può proprio essere attratto da un progetto di questo genere».
Ma mette in difficoltà il progetto di Campobase?
«Il nostro progetto è quello di rafforzare l’area autonomista, popolare e territoriale: è già in campo e ha già portato qualche risultato importante. Il nostro progetto – che non è quello della Civica – sta andando avanti e si potrebbe allargare in un dialogo con aree che si trovano al confine. Se guardiamo il Consiglio provinciale, la maggioranza dei consiglieri proviene dal centro. Il tema, però, è capire come potrebbero stare assieme con il sistema elettorale, i riferimenti valoriali e i comportamenti conseguenti».