Cronaca

lunedì 31 Ottobre, 2022

Val Gardena: si tiene parte degli incassi del ristorante, più di 90mila euro in cinque anni. Cameriere denunciato

di

L'indagine è stata portata avanti dalla guardia di finanza di Bolzano, l'uomo applicava falsi sconti sugli scontrini dei clienti per celare le somme sottratte da quanto dovuto al locale

Il ristorante della Val Gardena registrava di continuo il tutto esaurito, eppure gli incassi continuavano a calare in modo vertiginoso. Un’anomalia, quella riscontrata dal titolare che si è rivolto alla procura, a cui i finanzieri di Bolzano hanno dato una spiegazione. Ad incassare parte dei guadagni del noto hotel ristorante, un importo totale che avrebbe superato i 90mila euro, sarebbe stato un cameriere che ora dovrà rispondere di truffa aggravata. Stando a quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle, scaturite dopo che il titolare del noto hotel ristorante aveva presentato denuncia in procura, il dipendente avrebbe fatto la cresta. Grazie a un ingegnoso stratagemma. In sostanza alterava i dati del palmare che utilizzava per la gestione degli ordini della clientela, appropriandosi di una parte degli incassi giornalieri. Mettendosi in tasca una fortuna.
Per ricostruire l’intera vicenda, i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria hanno passato al setaccio più di 36mila documenti commerciali relativi agli ordinativi gestiti dal cameriere ed esaminato la memoria del programma utilizzato per la gestione della sala, che consente di comunicare in tempo reale le ordinazioni alle cucine e al bar, di redigere gli scontrini e procedere alla totalizzazione dei corrispettivi. La ricostruzione a ritroso di tutte le comande gestite negli ultimi cinque anni ha fatto venire alla luce il raggiro che sarebbe stato architettato da quel dipendente.
Un sistema diventato nel tempo routine per lui, a quanto risulta: dopo aver acquisito gli ordini, servito la clientela, incassato il relativo corrispettivo e rilasciato la ricevuta, invece di chiudere definitivamente la transazione, avrebbe indirizzato l’ordine su un altro tavolo, in quel momento non occupato da altri clienti, riaperto il conto e simulato l’applicazione di uno sconto, tra il 50 e il 99 per cento. Per niente in linea con la normale prassi aziendale. Solo a questo punto avrebbe il cameriere, ora finito nei guai con la giustizia, chiuso definitivamente l’operazione, in modo che il programma gestionale non totalizzasse il conto «pieno», il cui corrispettivo era stato realmente incassato, bensì quello «scontato». In questo modo, per un verso, i clienti avrebbero corrisposto l’importo totale dovuto, senza rendersi conto dello «sconto» applicato; d’altro canto, a fine turno il cameriere avrebbe consegnato al datore di lavoro una somma di denaro che era pari agli incassi, così come risultava dal documento riepilogativo prodotto dal gestionale. Apparentemente, quindi, era tutto a posto. Ma di fatto il dipendente aveva trattenuto per sé la differenza tra quell’importo e gli incassi effettivi. Questo almeno il quadro accusatorio che si è delineato con l’attività investigativa che ha portato alla denuncia del cameriere per truffa aggravata ai danni del malcapitato ristoratore.