Il bilancio

giovedì 17 Novembre, 2022

Val di Sole, il cambiamento climatico mette a rischio il miele

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La siccità ha danneggiato i fiori di castagno e tiglio, che così hanno prodotto poco nettare

Per gli apicoltori l’autunno è stagione di bilanci: a novembre il lavoro attorno alle arnie si conclude e non resta che sperare che l’inverno non indebolisca eccessivamente le colonie. Un lavoro messo sempre più a dura prova dal riscaldamento globale, come ci spiega Francesco Moratti, presidente dell’associazione apicoltori Val di Sole, Pejo e Rabbi che ha ormai superato quota 100 soci. «L’apicoltura risente fortemente dei cambiamenti climatici, che si riflettono sia sulla produzione di miele sia sulla vita delle api – spiega Moratti –. Quest’anno abbiamo avuto una stagione molto calda, con le fioriture che passavano velocemente. Nel caso del castagno e del tiglio la produzione è stata scarsa perché le piante hanno sofferto della mancanza di precipitazioni. Di conseguenza, i loro fiori hanno prodotto poco nettare. Tuttavia possiamo ritenerci fortunati perché nel resto d’Italia la prolungata siccità ha compromesso il raccolto».
Gli apicoltori solandri non si sono comunque scoraggiati, investendo tempo ed energie in nuove iniziative. Oltre alla consueta formazione e assistenza gratuita riservata ai soci, l’associazione si è confermata in prima linea nel monitoraggio della qualità ambientale. «Dopo la positiva esperienza del monitoraggio del polline per la deriva dei fitofarmaci effettuato nel 2019, in primavera abbiamo aderito al progetto propostoci dal Comune di Dimaro Folgarida riguardante il monitoraggio della qualità ambientale del territorio comunale. L’obiettivo era misurare l’eventuale inquinamento nell’ambiente prodotto dalla riapertura della discarica di Monclassico». Alcuni soci dei paesi limitrofi alla discarica hanno dato la disponibilità a raccogliere il polline delle proprie api in due fine settimana d’estate. Il materiale è stato quindi inviato a un laboratorio autorizzato dell’università di Bolzano: «Sarà il professor Sergio Angeli a svolgere le analisi. Attendiamo i risultati entro fine anno – afferma Moratti –. Sia l’associazione apicoltori, sia i soci coinvolti hanno creduto fortemente in questa ricerca svolgendo il lavoro gratuitamente». La ricerca sarà ripetuta per tre anni
Durante l’estate l’associazione è poi stata in prima linea nella manifestazione «Cronache dall’arnia» e ha proposto degustazioni guidate all’interno de «La fera dei set» di Ossana. Sempre a Ossana, in collaborazione con il Comune, gli apicoltori hanno realizzato in Val Piana la prima stazione di fecondazione di api regine in Val di Sole. «Abbiamo scelto di fare la stazione in quel luogo perché la zona non è frequentata da nessun apicoltore, le api più vicine distano tre chilometri dalla stazione e quindi nella zona sono presenti solo fuchi selezionati, portati da noi. Questo permetterà una fecondazione delle regine con fuchi di razza carnica. Vogliamo ottenere delle regine di livello superiore per migliorare la qualità dell’apicoltura in valle. Purtroppo i numeri saranno bassi: il 28 giugno un orso ha divelto il recinto elettrificato distruggendo tutte le arniette presenti». Quello dell’orso è un problema che ha interessato anche la zona di Vermiglio, dove un plantigrado troppo confidente ha distrutto decine di alveari. «Non è la prima volta che accade – commenta Moratti –. Purtroppo quando gli orsi capiscono il funzionamento del recinto elettrificato, sfruttano la loro mole per abbatterlo. Sono situazioni che ci lasciano delusi e disarmati».
Nonostante le difficoltà, il miele della Val di Sole rimane un prodotto di qualità: a settembre, all’interno del concorso nazionale «Tre gocce d’oro: grandi mieli d’Italia», due mieli solandri sono finiti nella top 200 con il premio delle due gocce d’oro. Uno di questi è stato raccolto in località Plan a Rabbi, da un apicoltore di Cles, mentre l’altro proviene da Malga Stabli, nel Comune di Mezzana, da un apicoltore di Croviana. «Sono riconoscimenti importanti per un territorio così piccolo come la Val di Sole – conclude Moratti –. Per valorizzare il miele prodotto in alta montagna stiamo valutando, in collaborazione con l’associazione “l’Alveare”, una manifestazione nel 2023 che valorizzi queste produzioni. L’anno prossimo faremo anche un corso base di apicoltura rivolto a chiunque voglia avvicinarsi a questi preziosi insetti».