I risultati

venerdì 25 Novembre, 2022

UniTin ha conquistato l’università: prima lista in quasi tutte le strutture

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Il voto degli studenti per scegliere i delegati: affluenza al 40%. Si afferma il Terzo polo, cresce la destra

Sono usciti i dati ufficiosi relativi alle elezioni studentesche dell’Università di Trento: UNITiN risulta la lista più votata, eleggendo diversi dei propri rappresentanti sia agli organi centrali che nelle strutture accademiche. Dato rilevante da sottolineare è inoltre la percentuale di voti ottenuta da Azione universitaria (lista di destra), che ottiene tra i sette e gli otto punti percentuali negli organi centrali e tra il 10 e l’11% nelle strutture accademiche dei corsi di studio. Anche a livello universitario, quindi – così come a livello nazionale – la destra sembra espandere il proprio elettorato. Oltre a UNITiN – considerata come un Terzo polo nello scacchiere universitario – e ad Azione Universitaria, le altre liste candidate erano UDU Trento e Fronte della Gioventù Comunista.
Relativamente all’affluenza, l’Università di Trento si conferma ancora una volta come uno degli atenei con i livelli più alti di partecipazione studentesca: quest’anno, infatti, il 40,4% degli studenti ha votato. Un numero persino più alto rispetto a quello registrato nelle ultime elezioni: nel 2020, l’affluenza era stata pari al 39,8%. La comunità studentesca dimostra nuovamente, quindi, la propria fiducia nei confronti dei propri rappresentanti: segno, molto probabilmente, di una rappresentanza che funziona e che riesce effettivamente a fare la differenza nella vita di ateneo.
Gli studenti universitari, nelle giornate di martedì e mercoledì, hanno votato per eleggere i 153 rappresentanti presso le strutture accademiche dei corsi di studio, e gli 11 studenti da eleggere negli organi centrali, divisi tra Senato accademico, Comitato paritetico per il diritto allo studio e la valorizzazione del merito, Commissione sport e Cda Opera Universitaria, per un totale complessivo di 164 cariche da rinnovare per il periodo 2022-2024.
All’interno delle strutture accademiche, UNITiN è stata la lista più votata in tutti i dipartimenti ad eccezione del Dipartimento di Lettere e Filosofia e del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, dove a prevalere è stata UDU Trento. UNITiN si è confermata al primo posto anche relativamente ai risultati negli organi centrali, dove ha ottenuto il 61% dei voti al Senato accademico, il 63% al Comitato per il diritto allo studio e la valorizzazione del merito, 60% nella Commissione per lo sport, e il 60% nel Consiglio di Amministrazione dell’Opera Universitaria. La seconda lista per consensi è stata UDU, che ha raccolto il 26% dei voti al Senato accademico, il 25% al Comitato paritetico, il 27% alla Commissione per lo sport, e il 28% al Cda Opera Universitaria. Azione Universitaria ha ottenuto invece il 7% per il Senato e l’8% per gli altri organi; infine, troviamo Fronte della Gioventù Comunista, che ha ricevuto il 3% dei voti al Senato accademico.
Federico Amalfa, coordinatore di UDU, ha commentato che la lista di Unione degli Universitari prende atto del risultato elettorale negativo ottenuto: «Indubbiamente, un arretramento di cinque punti percentuali rappresenta una sconfitta elettorale e non possiamo far altro che analizzare questo fatto». Amalfa aggiunge che, in considerazione dei risultati ottenuti, nelle settimane successive gli studenti di UDU rifletteranno senza dubbio sugli errori commessi. Parole molto diverse arrivano invece da Gianmarco Ruvolo di UNITiN, eletto al Senato accademico, che dichiara la soddisfazione e l’orgoglio della propria lista di fronte ai risultati ottenuti: «Siamo convinti che questo sia il riconoscimento del lavoro che abbiamo fatto come squadra, sia in questi mesi di campagna elettorale che negli scorsi anni, perché abbiamo sempre dato il massimo per la comunità studentesca». Tra le tematiche principali che UNITiN intende affrontare, Ruvolo menziona la gestione degli spazi in ateneo e in città, il caro affitti «che la comunità studentesca non può sopportare», e l’implementazione di una didattica che promuove un dialogo tra corpo docenti e comunità studentesca e che sfrutta anche tutte quelle innovazioni che sono introdotte durante il periodo di pandemia.