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sabato 29 Ottobre, 2022

«Una sanatoria per gli stranieri che lavorano in nero»

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La proposta di Cgil, Cisl e Uil: «Favorire l'emersione del lavoro irregolare vorrebbe dire togliere forza allo sfruttamento e al caporalato, ormai triste realtà anche sul nostro territorio»

«Serve una sanatoria per tutti gli stranieri che già lavorano sul nostro territorio. Favorire l’emersione del lavoro irregolare vorrebbe dire togliere forza allo sfruttamento e al caporalato, ormai triste realtà anche sul nostro territorio». Lo dicono Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per Cgil Cisl e Uil del Trentino seguono le politiche del lavoro commentando i risultati del rapporto sull’immigrazione effettuato dal Centro studi e ricerche Idos.

In Trentino, in base al rapporto, gli stranieri sono il 9 per cento della popolazione. Per la maggior parte, il 52 per cento, sono donne. Albania, Romania, Marocco, Pakistan e Ucraina i principali Paesi di provenienza. «I dati 2021 dicono che gli stranieri residenti sono 48.700, in leggero calo rispetto all’anno precedente – dice Serena Piovesan, referente trentina del Centro studi e ricerche Idos -. Sotto il profilo occupazionale, gli immigrati sono impiegati in particolare in agricoltura, assistenza alla persona e turismo ma spesso con contratti a termine».

«Oggi chi non ha un permesso di soggiorno regolare trova occasioni di lavoro solo in contesti irregolari, alimentando in questo modo un circolo vizioso che nega diritti, calpesta la dignità umana e nuoce alle aziende sane – aggiungono i sindacati confederali -. Auspichiamo che anche di questo tema la giunta provinciale si faccia promotrice presso il governo nazionale».