Bolzano

sabato 19 Novembre, 2022

Uccise i genitori: Benno Neumair condannato all’ergastolo

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Madè Neumair, la sorella del 31enne: «Non è che questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno mamma e papà. Però forse ci darà un po' di pace»

Ergastolo. Fine pena mai. Questa la condanna pronunciata ieri pomeriggio (sabato 19 novembre) dalla corte d’Assise di Bolzano per Benno Neumair, il 31enne bolzanino reo confesso che il 4 gennaio 2021 uccise i genitori, Peter Neumair 63 anni e Laura Perselli 68 anni, insegnanti in pensione, e gettò i loro corpi nell’Adige. A chiedere l’ergastolo per ciascun omicidio era stata anche la pubblica accusa, nel corso delle precedenti udienze. I pubblici ministeri Igor Secco e Federica Iovene avevano parlato del duplice delitto commesso «con piena coscienza e volontà». La corte presieduta dal giudice Carlo Busato ha sposato in pieno la richiesta della procura. Per il reato di soppressione di cadavere, cioè per avere gettato i corpi dei genitori uccisi nelle acque dell’Adige, l’imputato (non presente in aula) è invece stato condannato a tre anni di reclusione. I giudici, che si sono ritirati in camera di consiglio per ore prima di uscire con la sentenza, hanno inoltre disposto un anno di isolamento diurno, come sollecitato dai pm, e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici del 31enne.

L’avvocato difensore di Benno Neumair, Flavio Moccia, nel corso della sua arringa, aveva chiesto le attenuanti generiche per il suo assistito, facendo leva sul fatto che avesse confessato. Per il legale l’istanza della procura rappresentava «una condanna a morte». Queste le sue parole in aula: «Ciò che la legge prevede per i terroristi, per i criminali che non si fermano davanti a niente e nessuno. Benno merita questo? Sta a voi decidere». E ancora: «Il compito della pena è la riabilitazione. La severità della pena da sola è inutile» ha dichiarato ancora il difensore secondo il quale «l’ergastolo è contrario al vero scopo della pena, che, secondo la Costituzione, deve servire per la riabilitazione».

A parlare, al termine del processo, la sorella di Benno, Madè Neumair. «Questa non è una vittoria. Non è un traguardo. È la fine di un capitolo che è stato molto doloroso, in quest’ultimo anno e forse se qualcuno mi avesse detto prima quanto dolore sarebbe stato forse avrei pensato di non farcela» le dichiarazioni ai giornalisti. Visibilmente emozionata, ha poi continuato: «Oggi abbiamo finito la giornata, speriamo che ci possa dare un po’ di pace. Poi non è che questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno la mamma e il papà. Però forse ci darà un po’ di pace per quanto si possa avere pace dopo questo sconvolgimento» ha proseguito. Quanto al perdonare il fratello: «Non so se lo perdonerò, è una domanda così difficile che non ci sto pensando. Non sto pensando a lui in questo momento ma alla mamma e al papà».