Giustizia
mercoledì 1 Ottobre, 2025
Truffatore seriale a soli 25 anni: giovane della Vallagarina condannato a trecento ore di lavoro di pubblica utilità
di Francesca Dalrì
L’ultimo episodio, arrivato in tribunale a Rovereto, risale alla fine di agosto del 2021 ed è di tipo informatico

L’ultima truffa messa a segno, quella per cui è stato condannato ieri mattina in primo grado in tribunale a Rovereto, è solo l’ennesima di una serie di frodi commesse negli anni: da quella più classica in cui ha finto un incidente mai avvenuto all’episodio in cui ha fatto credere di essere stato picchiato, fino alla volta in cui ha sottratto cinquemila euro di strumentazione a un’impresa tedesca, sostenendo con la ditta italiana che si occupava della spedizione che la merce fosse già stata pagata in Germania (episodio per cui è stato poi assolto).
È un curriculum da frodatore quello di un giovane della Vallagarina, ora a processo con l’accusa di frode informatica. All’età di soli venticinque anni ha infatti alle spalle già svariati processi per truffa e un’archiviazione per furto. L’ultimo episodio, arrivato ieri in aula, risale alla fine di agosto del 2021 ed è di tipo informatico.
Vittima ne è stato un parrucchiere del bergamasco, a cui il trentino è riuscito a sottrarre 746 euro, dirottandoli dal conto corrente intestato alla società Acconciature Chicco di Enrico Piemonti alla propria posizione bancaria, aperta appena quattro mesi prima, ad aprile del 2021. Secondo la pubblica accusa il ragazzo non avrebbe commesso il reato di frode informatica da solo, bensì in concorso con altri soggetti. Ad oggi, tuttavia, gli inquirenti non sono riusciti a individuare gli altri autori della frode, dovendosi quindi limitare a parlare di reati commessi «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in concorso con altri allo stato rimasti non identificati».
Il processo, incardinato inizialmente al tribunale di Brescia, competente per i reati di natura informatica, è poi passato al tribunale di Rovereto: è sul proprio conto corrente acceso nella filiale cittadina di Unicredit che il venticinquenne era riuscito infatti a dirottare la somma dal conto intestato alla società del parrucchiere bergamasco, acceso nella filiale di Mornico al Serio, Comune di tremila anime della provincia lombarda.
Due in particolare i reati per cui il giovane è stato condannato in primo grado. Innanzitutto la frode informatica, per essersi procurato l’ingiusto profitto di 746 euro, accreditato sul proprio conto attraverso due bonifici istantanei fraudolenti, «essendo intervenuto senza diritto nel sistema informatico e telematico protetto da password, assumendo falsamente l’identità digitale della persona offesa, utilizzandone i codici personali segreti univocamente identificativi».
Il secondo reato contestato è invece quello di detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici «perché, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto o di arrecare ad altrui un danno, abusivamente si procurava codici o parole chiave o altri mezzi idonei all’accesso a un sistema informatico o telematico, protetto da misure di sicurezza, e in specie si procurava i codici personali segreti univocamente identificativi del servizio di gestione online del conto corrente Unicredit, con l’aggravante di aver commesso il reato per eseguirne o occultarne un altro, vale a dire per conseguire o assicurare a sé il profitto».
Nei confronti del giovane, difeso dall’avvocato Andrea Azzolini (difensore nominato di fiducia a cui è stato notificato il decreto di citazione diretta a giudizio, visto che il venticinquenne è risultato irreperibile), il giudice ha stabilito l’esecuzione di trecento ore di lavoro di pubblica utilità oltre alla restituzione al parrucchiere di mille euro entro un anno. Peccato che sul conto corrente del giovane al momento ci siano solo 650 euro, per giunta bloccati da Unicredit, che ha chiuso la posizione bancaria in attesa del processo per truffa.
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