La questione

giovedì 27 Aprile, 2023

Sui rumori della movida oltre 200 segnalazioni l’anno

di

Il Comune ha avviato con il Centro interuniversitario di Scienze della sicurezza e criminalità il progetto Trento SiCura, nato all’interno del protocollo UniCittà tra Palazzo Thun e Università
Movida a Trento

Sulla movida arrivano alla Polizia locale di Trento più di 200 segnalazioni l’anno. Le chiamate dei cittadini sono concentrate nel periodo primaverile e di inizio estate, quando le attività serali sono più diffuse, e nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato. La quasi totalità dei reclami riguarda il disturbo della quiete pubblica cioè il rumore. In questo, Trento è diversa da altre città dove spesso vengono segnalate risse e altri episodi violenti. La Polizia locale verifica tutte le segnalazioni, una buona metà non ha riscontro ma sono comunque il segnale di un rapporto difficile tra cittadini, spesso anziani, e giovani, i maggiori protagonisti della movida.

Lo spiega Gabriele Baratto, ricercatore del Centro di Scienze della sicurezza e criminalità, centro interuniversitario fra gli Atenei di Trento e Verona, con cui il Comune ha avviato il progetto Trento SiCura, nato all’interno del protocollo UniCittà tra Palazzo Thun e Università. Il Comune finanzia la ricerca con 25mila euro l’anno.

«Non ci sono altri centri come il nostro in Italia – sottolinea Andrea Di Nicola, direttore del Cssc, alla presentazione dell’iniziativa ieri a Palazzo Geremia – Il nostro Centro si occupa di identificazione, analisi, prevenzione, mitigazione, gestione, comunicazione e percezione dei rischi connessi alla sicurezza, nonché dello studio delle scienze dell’intelligence applicabili nei più diversi contesti. La sicurezza urbana è un tema multidisciplinare che integra approcci diversi, dalla criminologia al diritto, dalla statistica alla sociologia, alle scienze dell’informazione».

«Sul tema delle baby gang di cui molto si parla, il nostro lavoro serve a capire se si tratta delle bande di latinos individuate a Milano o del disagio accresciuto con la pandemia che spinge i giovani ad aggregarsi in gruppi per attività illegali, che non sono però vere e proprie gang. Trento mi sembra più vicina al secondo caso. L’analisi aiuta il Comune a scegliere l’intervento migliore». A Palazzo Thun il coordinamento delle attività è affidato ad un gruppo di lavoro interservizi, dalla Direzione generale al Welfare, dalla Polizia locale alla Cultura, alle Politiche giovanili, con le quali è allo studio una proposta di attività di sensibilizzazione nelle scuole secondarie, all’ufficio Gestione e promozione sociale, per un confronto con le unità educative di strada. Tra l’altro, a proposito di movida, saranno analizzate le emissioni sonore dei locali e dei loro frequentatori a partire dalle 23.