La storia

martedì 16 Aprile, 2024

L’autista di Trentino Trasporti: «Costretto a vivere in camper, mi vergogno»

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Il dipendente lavora nel capoluogo ma è di Fiera di Primiero. Da diversi mesi ha deciso di abitare a «bordo strada»: «Me ne vergogno ma ho un mutuo da pagare e fare su e giù ogni giorno è troppo dispendioso»

È stato assunto da Trentino trasporti pochi anni fa. Formalmente risiede a Fiera di Primiero, ma da circa sei mesi abita in un camper dato in prestito da alcuni amici. «Vivo a bordo strada, nei parcheggi di Trento: me ne vergogno, ma non posso fare diversamente». La storia di Marco (il nome è di fantasia) materializza quel clima di esasperazione che si respira tra gli autisti di Trentino trasporti, in particolare tra i lavoratori del servizio urbano di Trento.
Che su Trento ci siano «criticità», lo ha ammesso anche l’assessore provinciale ai trasporti Mattia Gottardi (il T di domenica). Il sindacato autonomo Orsa, il più rappresentativo tra i circa 230 autisti del capoluogo, ha denunciato condizioni di lavoro al limite: «Ferie non erogate da tre anni (se non per un breve periodo durante la scorsa estate), trasferimenti bloccati e stipendi fermi. Dal 2022 — ha sottolineato il segretario Roberto Pedrotti — ci sono state una settantina di dimissioni». La società ha spiegato che questa situazione nasce dalla carenza di autisti. La stessa ragione con la quale è stato motivato l’incremento dell’affidamento dei servizi a ditte private. «Rispetto alle necessità aziendali ci mancano 50 autisti», ha spiegato il presidente di Trentino trasporti, Diego Salvatore.
Ma intanto sulle spalle di una parte dei dipendenti ricade il peso dell’emergenza personale. Marco risiede appunto a Fiera di Primiero insieme alla compagna, con la quale ha acceso un mutuo per l’acquisto della prima casa, 800 euro al mese. «È andata tutto bene finché hanno appaltato anche i servizi turistici ai privati — racconta l’autista — Anche prima lavoravo fuori dalla mia zona, ma accettavo di fare questo sacrificio perché sapevo che nei 3-4 mesi invernali o estivi avrei avuto la possibilità di lavorare in Primiero. Adesso non è più possibile». Da circa sei mesi Marco è stato dirottato sul servizio urbano di Trento. A cento chilometri da casa, 3 ore di auto tra andata e ritorno e una spesa mensile di benzina (ai prezzi attuali) sui 600 euro mensili. «Ho provato a fare su e giù ma è troppo dispendioso, sia in relazione ai turni di lavoro sia in termini economici», spiega.
La società gli aveva offerto un appartamento, «ma solo per i primi tre mesi». «Allora ho provato a cercare una sistemazione in affitto — continua l’autista — ma a Trento una stanza singola costa almeno 400 euro. Io prendo circa 1.500 euro al mese, non ho la disponibilità economica. Mi sono arrangiato e da qualche mese vivo in un camper. Sto vivendo a bordo strada nei parcheggi della città, me ne vergogno ma se voglio lavorare, queste sono le condizioni».
Non è l’unico autista del Primiero che guida i bus urbani della città di Trento. «Abbiamo chiesto di farci avvicinare i turni, ma non è stato possibile — conclude — Non so per quanto tempo ancora riuscirò ad andare avanti in queste condizioni». Un’altra possibile lettera di dimissioni è in arrivo.