Il Pums
venerdì 13 Gennaio, 2023
di Francesco Terreri
A piedi, in bicicletta, in tram, in ferrovia. Oppure in funivia. E se proprio bisogna usare un autoveicolo, gli autobus del trasporto pubblico. L’obiettivo del Piano urbano della mobilità sostenibile del Comune di Trento è quello di ridurre la dipendenza dall’automobile. Oggi sul territorio comunale si muovono 30mila veicoli equivalenti ora, cioè oltre 320mila veicoli equivalenti giorno. Il ridimensionamento della modalità auto potrebbe arrivare al 25%, un quarto in meno di veicoli in circolazione, grazie alle alternative. Piatto forte di questo programma è l’applicazione del limite di velocità di 30 chilometri l’ora in cinquanta zone della città, cioè in gran parte del tessuto urbano cittadino, escludendo solo le vie di scorrimento. Sono le cosiddette «Zone 30» dove il pedone, il ciclista, l’automobile condividono in sicurezza gli spazi e la mobilità dolce è equiparata alla mobilità veicolare. Il risultato finale è previsto entro dieci anni, cioè entro il 2032. Ma si parte già quest’anno con le strade più vicine alle scuole e con alcuni quartieri pilota. Il Piano della mobilità sostenibile arriva in Consiglio comunale per l’approvazione i prossimi 8 e 9 febbraio.
La delibera della giunta comunale che ha adottato il Pums, questa la sigla del Piano, è del 13 giugno scorso. Da allora i voluminosi elaborati del progetto sono passati al vaglio delle dodici circoscrizioni della città, che hanno fatto le loro valutazioni e proposte e hanno dato un parere complessivamente positivo, con l’eccezione di Meano. Con il Piano sono stati varati il Biciplan e il Masterplan della mobilità.
Nel Pums sono previste due grandi fasi. Nell’orizzonte temporale di breve-medio periodo, al 2026-2027, è già compresa la circonvallazione ferroviaria, che secondo i piani di Rfi, sempre che non ci siano intoppi nella gara, nelle analisi dei terreni o nei tribunali amministrativi, dovrebbe essere realizzata entro il 2027. Entro questo primo periodo dovrebbero entrare in funzione, tra l’altro, l’ascensore inclinato per Mesiano, la nuova stazione delle corriere e l’hub di intescambio all’ex Sit. E tante piste ciclabili, come i dieci nuovi tratti per un totale di 6 chilometri che saranno sostenuti dai fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Nell’ultima seduta di giunta comunale del 2022, l’amministrazione guidata da Franco Ianeselli ha approvato il progetto esecutivo proprio di una di queste piste ciclabili: quella sul lato nord di via Grazioli, che si sviluppa per circa 650 metri e si collega al primo tratto di pista già realizzato da piazza Venezia in direzione est. Opera da 1,2 milioni di euro che comporterà la trasformazione di via Grazioli in strada a senso unico nel tratto tra via Giovanelli e via Brigata Acqui.
Intanto altre opere arriverebbero via via alla realizzazione, dalla funivia del Bondone al Nordus e ai collegamenti tranviari nord-sud. E tanti interventi diffusi, dai piedibus per le scuole alle colonnine di ricarica elettrica. L’orizzonte temporale di medio-lungo periodo fino al 2032 dovrebbe completare gli interventi.
Ma la definizione e realizzazione delle Zone 30 partirà già quest’anno e si svilupperà lungo tutto il periodo del Piano. Sono cinquanta le aree individuate nella città dove arrivare al limite dei 30 chilometri all’ora e quindi ad una migliore convivenza tra le forme tradizionali di mobilità, l’auto in primo luogo, e la mobilità dolce. Alla fine saranno interessate da questa modalità di organizzazione della mobilità il centro storico e gran parte del fondovalle, da Clarina a Gardolo, e i centri dei sobborghi. Resteranno fuori, con il limite di 50 chilometri l’ora, che diventa 70 in uscita dalla città, le strade di attraversamento, da viale Verona a via Brennero, e le strade che collegano il centro ai sobborghi, oltre naturalmente alla tangenziale.
Il via già quest’anno, partendo dalle zone scolastiche e da qualche quartiere pilota. La creazione di Zone 30 accompagnata da interventi di moderazione del traffico, si legge nel Biciplan, è funzionale al raggiungimento degli obiettivi di riduzione del rischio per tutte le categorie di utenti e in particolare per gli utenti deboli.