L'allarme
giovedì 12 Gennaio, 2023
di Fabia Sartori
Meno servizi in circoscrizione. È una progressiva riduzione delle «potenzialità» degli sportelli circoscrizionali quella a cui stanno assistendo i cittadini di Trento. In taluni sobborghi «sparisce» la possibilità di svolgere alcuni servizi presso la circoscrizione, in altre viene a mancare la presenza di personale dedicato, in diversi casi lo sportello chiuso è quasi la normalità. La sensazione è quella di un progressivo accentramento di molte funzioni e servizi nella sede centrale di piazza Fiera. Con un inevitabile depauperamento di ciò che il decentramento.
«È un dato di fatto che ci sia stata, negli ultimi anni, una progressiva riduzione dei servizi in tutte le circoscrizioni», commenta il presidente della circoscrizione Argentario Andrea Vilardi. «Può essere visto come un “sintomo” – prosegue – del fatto che le circoscrizioni vanno ripensate, decidendo in modo chiaro se il comune di Trento è disposto ad investire nel decentramento oppure no. Non dobbiamo scordare che esiste un’utenza sparsa in città, soprattutto nelle zone periferiche, che fatica ad arrivare allo sportello di piazza Fiera. Quindi, va comunque studiata qualche forma di “mitigazione” rispetto all’accentramento, come ad esempio isole elettroniche presso gli sportelli dove possano essere svolti i servizi di cui un tempo di occupava lo sportellista».
Alla base della riduzione dei servizi c’è la carenza di personale. «Credo che quest’affermazione trovi d’accordo tutti i presidenti delle dodici circoscrizioni di Trento», afferma il presidente della circoscrizione Centro Storico – Piedicastello Claudio Geat. «Mancano almeno quattro segretari, per non parlare del personale addetto agli sportelli, di cui alcune circoscrizioni sono completamente sguarnite. Molti dei segretari, poi, sono assunti da poco tempo e devono maturare esperienza. Ecco, quindi, che alcune circoscrizioni sono in difficoltà. Una soluzione drastica sarebbe quella di calare il numero delle circoscrizioni in base al numero di segretari disponibili. Ma quest’ipotesi non troverà mai l’unanimità delle singole circoscrizioni, che sono l’espressione territoriale dei diversi nuclei della città». «Penso però – spiega Geat – che questo tipo di istituzione è stata creata circa 50 anni fa e che vada trovata una soluzione condivisa, nell’ottica di un’efficace riforma. Non dimentichiamo che nelle città italiane le circoscrizioni sono state abolite, e che solo per Trento e Rovereto, in Trentino, esiste una legge regionale che le ha salvate. Manca, tuttavia, una modifica del loro funzionamento. Un’idea potrebbe essere quella di creare quattro “poli” di servizi (nord, sud, centro e collina) in modo da creare poco disagio nella cittadinanza, evitando congestionamenti di traffico e inquinamento derivasti dalla convergenza univoca su piazza Fiera».
Esempio emblematico sono le circoscrizioni di Sardagna e del Bondone. «Proprio nei giorni scorsi – afferma Giulia Degasperi, presidente della circoscrizione di Sardagna – la segretaria circoscrizionale è stata assente per malattia. E lo sportello ha dovuto rimanere chiuso forzatamente, anche nelle giornate di apertura. Nessuna possibilità di sostituzione. Nessun cartello affisso per comunicare la chiusura temporanea. Il presidio del territorio è un’esigenza: va bene potenziare gli strumenti digitali, ma un servizio minimo andrebbe mantenuto, soprattutto per l’utenza fragile». Dello stesso parere è il presidente della circoscrizione del Bondone Alex Benetti. «Siamo – commenta – in una situazione desolante almeno da un paio d’anni: prima avevamo due impiegate allo sportello ed il segretario. Come consiglieri di maggioranza abbiamo chiesto al Comune un segnale forte sulla riapertura a dicembre 2022 in occasione dell’approvazione del bilancio: abbiamo espresso parere favorevole a patto che venga elaborata una proposta vera, reale e strutturata che riguardi il decentramento».
I consiglieri del Bondone non sono gli unici a «puntare i piedi» in tal senso. La presidente della circoscrizione di Ravina-Romagnano Camilla Giuliani dichiara che «se la circoscrizione non rimarrà aperta con le stesse funzionalità darò le dimissioni dalla carica di presidente, e con me anche i consiglieri di maggioranza». Secondo il presidente della circoscrizione di Povo Sergio Casetti «le circoscrizioni, nate negli anni 70, vanno ripensate in linea con la contemporaneità. Andrebbe fatta una verifica sull’effettiva necessità di mantenere o meno determinarti servizi, lasciando invece autonomia alle circoscrizioni nel “creare comunità” in maniera che i territori della città, quelli più periferici, non divengano dormitori».