la giostra dei bambini

lunedì 12 Febbraio, 2024

Tra maschere e tradizione legata alla Quaresima: lo sapevate che «carnevale» significa «levare la carne»?

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Dalle origini nell'antica Grecia ai personaggi iconici di Arlecchino e Brighella. Tutte le curiosità sulla festa più colorata dell'anno e amatissima da grandi e piccini

Oggi è l’ultimo giorno di carnevale, dopodiché via i costumi, stop alle feste, tempo di digiuno e astinenza… Beh, ormai ai giorni nostri non funziona più proprio così!

Anche se domani sarà il mercoledì delle ceneri che segna l’inizio della Quaresima, nessuno si sognerebbe di dire a un bambino che è proibito travestirsi o che in questo periodo è bandita ogni tipo di festa! Ma fino a qualche decennio fa non era così. La mia nonna mi racconta che il periodo di carnevale le piaceva moltissimo perché si poteva finalmente andare a ballare, mangiare qualche buon dolcetto e divertirsi; ma poi il mercoledì delle ceneri bisognava assolutamente andare in chiesa per “essere perdonati”: infatti far festa e ballare era considerato come qualcosa di “non buono”.

Oggi invece il carnevale è solo una bellissima occasione in più per divertirsi; un momento in cui i piccoli hanno il permesso di essere un po’ più pazzerelli e i grandi di diventare di nuovo un po’ bambini! In ogni caso il carnevale rimane comunque legato alla Quaresima, non solo per il periodo ma anche per il nome. Carnevale deriva infatti dal latino “carnem levare” che significa “eliminare la carne”: anticamente infatti proprio il martedì grasso si faceva un ultimo grande banchetto prima del periodo di digiuno quaresimale in cui non era consentito mangiare la carne. L’origine del carnevale sembra essere molto antica, forse risale alle feste della Roma antica o della Grecia classica. Tuttavia le prime testimonianze di carnevale italiano si hanno nel periodo medievale in particolare nelle città di Venezia e di Fano dove c’era già la tradizione di mascherarsi; questo era un modo per eliminare i ruoli ma anche le classi sociali; i poveri per qualche momento potevano sentirsi al pari dei ricchi e ognuno aveva la possibilità di nascondere ciò che era veramente dietro una maschera! Che poi è anche il motivo per cui anche oggi ci piace travestirci; ci dà la possibilità di rovesciare la realtà ed entrare nel mondo della fantasia, dimenticare per qualche istante chi siamo per sentirci qualcun altro o qualcos’altro che sia un supereroe, un animale, un verdura, ecc.!

La tradizione delle maschere in Italia è molto forte perché si è diffusa grazie alla Commedia dell’Arte; un tipo di rappresentazione teatrale in cui si prevedeva la presenza di personaggi tipici che si ripetevano in ogni rappresentazione e che avevano proprie specifiche caratteristiche. Questi personaggi si contraddistinguono per il carattere, il modo di muoversi, ma anche per i costumi e le maschere. Arlecchino è probabilmente quella più conosciuta, forse il simbolo stesso del carnevale; questa maschera bergamasca dal vestito tutto variopinto è un servitore spensierato e allegro, ma anche astuto, che col suo amico Brighella mette i bastoni tra le ruote al suo padrone Pantalone.  Le maschere classiche italiane sono tante e sono legate alle città; per esempio a Napoli c’è Pulcinella, a Bologna Balanzone, a Milano Meneghino, ecc. Ma ogni regione ha le sue e nel periodo di carnevale, in tutta Italia, rifanno la loro comparsa! Il carnevale in Italia è infatti molto sentito e tra i carnevali più belli del mondo (fra cui in particolare quello di Rio de Janeiro in Brasile che è il più grande) ce ne sono alcuni che sono proprio in casa nostra: quello di Venezia con le sue maschere e costrumi sfarzosissimi, quelli di Viareggio e Acireale con i carri allegorici enormi, e quello di Ivrea con la battaglia delle arance! Ma poi ogni paese ha la sua festa di carnevale, giusto? Perciò buoni festeggiamenti a tutti e a tutte in questo ultimo giorno pazzerello. …e ricordate, se volete prolungare la festa andate a Milano; qui la chiesa cattolica segue un calendario particolare detto ambrosiano per cui la Quaresima non inizia il mercoledì ma la domenica successiva. Il carnevale si prolunga perciò di ben 4 giorni ed è per questo che viene chiamato “carnevalone”!