La cerimonia

mercoledì 2 Novembre, 2022

Tisi, 2 novembre: «Abbiamo globalizzato violenza e armi»

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La celebrazione ha dato modo all'arcivescovo di mettere al centro le guerre di tutto il mondo ricordando le tante vittime: i soldati, i civili, i bambini, le donne

«Chiediamo perdono a Dio per aver data per scontata la pace, per non aver seminato parole di riconciliazione, per aver fatto sì che la violenza potesse crescere nel nostro continente fino alla barbarie che è sotto i nostri occhi». Parole decise ed evocative quelle dell’arcivescovo Lauro Tisi che nella giornata di oggi, 2 novembre, in occasione delle cerimonia al sacrario militare del cimitero di Trento. Durante la celebrazione eucaristica in memoria di tutti i caduti di tutte le guerre. «Ricordo ad uno a uno — ha dichiarato Tisi — le tante vittime delle guerra: i soldati, i civili, i bambini, le donne».

La celebrazione ha dato modo all’arcivescovo di mettere al centro le guerre di tutto il mondo con particolare attenzione a quella in corso alle porte dell’Europa. Poi l’illusione del mondo globalizzato in cui tutti gli uomini e le donne sarebbero dovuti essere fratelli e sorelle. «Non solo la guerra nel cuore dell’Europa — ha sottolineato don Lauro all’inizio della celebrazione — ma le tante guerre che stanno insanguinando il mondo da un capo all’altro. Pensavamo, grazie alla globalizzazione, al mondo come a un piccolo villaggio di fratelli e sorelle, ma dopo pochi decenni le uniche cose che abbiamo globalizzato sono state la violenza e le armi. Senza un cambiamento radicale delle persone — ha ammonito l’Arcivescovo — non c’è globalizzazione che tenga. Se le persone sono smemorate e abitate dall’ego, globalizzeranno violenza; se viceversa sono abitate dall’incontro e dalla fraternità, allora sì può realizzarsi la globalizzazione dell’amore».