L'intervista

giovedì 24 Luglio, 2025

Thomas Degasperi, asso dello sci nautico: «Chi ha la testa più forte vince. In Florida? Mi alleno tra gli ali alligatori, ma con i rumori scappano»

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Il campione mondiale si racconta: «Non mi fermo mai e non vado in ferie. Il trasferimento a Orlando è un modo per allenarmi anche in inverno»

Partito dalla Valsugana per approdare quasi vent’anni fa negli Stati Uniti, in Florida, Thomas Degasperi viene considerato uno dei migliori dello sci nautico mondiale e ora, a 44 anni, continua a vincere come se avesse la metà dei suoi anni: ben cinque i podi nelle sue ultime sei gare. Un palmares che conta due ori e tre argenti ai Mondiali, sette titoli europei, 26 successi tra i professionisti e una carriera lunga 25 anni, due scuole di sci nautico, una a Caldonazzo e l’altra a Orlando, e pure la comparsa a Ballando con le Stelle: «Tgas» è più di un semplice atleta.
Degasperi, 5 podi nelle ultime 6 gare a 44 anni: cosa si prova?
«Sono molto felice, anche perché, insomma, nonostante la mia età ho fatto 5 podi nelle ultime 6 gare, quindi sto disputando una stagione molto positiva. Poi ammetto che vincere l’ultima gara in casa, a San Gervasio, è stato speciale, anche perché gareggi sempre contro i più forti al mondo, perciò la vittoria non è mai scontata e questa mi ha dato una gran carica per le gare che verranno. Ora mi aspettano il Campionato del Mondo e quello Europeo, ma non faccio solo l’atleta: appena torno in Italia, sono in barca a lavorare e insegnare. Non è semplice, non ho mai un giorno di riposo. Per me, andare in vacanza vuol dire partecipare a una gara».
Gestisce una scuola di sci nautico sul Lago di Caldonazzo, e una in Florida, a Orlando. Come l’ha aperta quest’ultima?
«L’idea di aprirla ad Orlando è nata perché dovevo stare lì per allenarmi nel periodo invernale. Mi sono detto: “Se faccio l’atleta, devo potermi allenare anche d’inverno”. Non potevo accontentarmi di quattro mesi all’anno, così nel 2011 ho aperto la scuola “Ski Florida”».
Incontra spesso alligatori durante gli allenamenti a Orlando?
«Certo, gli alligatori li vedo tutti i giorni. Ma non fanno niente, sentono il rumore del motore della barca e scappano via. Fa sempre impressione vedere questo “dinosauro” che sbuca da sotto l’acqua, però, rispetto al coccodrillo, l’alligatore è molto meno aggressivo. Di solito stanno vicino alla riva e non sono interessati a quello che facciamo noi, anche perché hanno altro da mangiare, non cercano altre prede».
Si allena anche alla House of Boxing Trento, come mai il pugilato?
«Sì, quest’inverno ho sentito il bisogno di un hobby nuovo. Prima andavo in bicicletta, ma poi mi sono un po’ stancato: stare 3-4 ore in bici non mi divertiva più. Cerco sempre qualche sport nuovo che mi appassioni. Ho iniziato a fare boxe negli Stati Uniti e poi a fine maggio anche in Italia, dove sono diventato amico dei ragazzi del Boxing Trento. Mi piace molto perché si suda tanto, è uno sport che richiede forza e resistenza. E poi mi aiuta con i riflessi, che nello sci nautico sono fondamentali».
Il suo soprannome “Tgas” ormai è un marchio. Come è nato?
«Quando ho iniziato a fare gare, nessuno riusciva a dire il mio cognome. Gli speaker dicevano “De Gasperori”, “De Gasperetti” oppure “De Gasperosi”. Allora ho iniziato a chiamarmi “Degs”, come De Gasperi con la S, poi ho aggiunto la T di “Thomas” e alla fine è rimasto Tgas».
È stato anche concorrente nel programma televisivo “Ballando con le Stelle”, com’è andata?
«Oh mamma, che disastro. Però mi sono divertito tantissimo. Ho creato tante amicizie, con Bobo Vieri e con Anna Tatangelo ci sentiamo ancora dopo dieci anni. È stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di scoprire un mondo che non conoscevo, quello della televisione. Con Milly Carlucci ho instaurato un bellissimo rapporto, ci sentiamo ancora oggi ogni tanto. Non pensavo che ballare richiedesse così tanto impegno, però ho la mentalità da atleta, e ogni cosa che faccio la porto avanti con serietà. Di sicuro è un’esperienza che rifarei cento volte».
Come ci si sente ad essere partito dalla Valsugana fino a diventare uno degli sciatori più talentuosi al mondo?
«All’inizio è partito tutto come un gioco, anzi, ero anche abbastanza sovrappeso da bambino. Ma mi divertiva, ho continuato e sono arrivati i primi risultati. A 14 anni ho vinto il campionato europeo under 14, e mi ha dato una bella spinta. La vera svolta è arrivata nel 2001, al mio primo mondiale Pro Open: sono arrivato quarto, inaspettatamente. Sono uno testardo: quando mi metto in testa qualcosa, cerco di farla bene, altrimenti non la faccio. Tutti i podi e le vittorie non sono arrivate per caso: ho lavorato tanto, con la palestra, con lo psicologo, insomma, tutto quello che serviva per arrivare dove sono oggi».
Quindi nel suo allenamento è presente anche una preparazione psicologica?
«Sì, assolutamente. Alla fine, chi ha la testa più forte vince. Siamo tutti lì, vicini per capacità, ma la differenza la fa la testa. Io ho iniziato con la psicologia già durante il periodo scolastico, grazie a mia zia che è psicologa. Mi ha sempre aiutato anche nello sport. Ora, prima delle gare, pratico un tipo di visualizzazione che si chiama “training autogeno”: una sorta di meditazione. Mi concentro sulle sensazioni del corpo, immagino la gara, mi vedo mentre scio, così arrivo più preparato, più tranquillo».
Guardando al futuro, ha nuovi progetti in mente?
«Sto bene fisicamente e continuo a vincere, a gareggiare. Per me è una passione enorme, e forse è anche questo che mi aiuta a mantenere un livello alto, viaggiando ogni weekend in giro per il mondo. In futuro mi piacerebbe continuare con la scuola a Caldonazzo. Stiamo cercando di ristrutturare la sede, ne ha davvero bisogno. Vorrei proseguire lì, sul lago, perché era il sogno di mio papà, di mia mamma. e ora è diventato anche il mio. E poi, durante l’inverno, ritornare negli Stati Uniti come sempre».