Turismo

venerdì 18 Novembre, 2022

Stagione estiva oltre ogni record. In chiaroscuro l’inverno

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Quasi 11,5 milioni di presenze: superati i livelli pre-Covid. Trentino Marketing: «Sempre più vacanze brevi e prenotazioni last minute»

Aumentano le vacanze mordi e fuggi e crescono le prenotazioni last minute. Sono queste le due principali tendenze rilevate in una stagione estiva da record. Come anticipato nei giorni scorsi da «il T», sia gli arrivi (2,8 milioni) che le presenze (11,5 milioni) hanno superato i valori ante-Covid del 2019. Cresce anche il ricavo medio del pacchetto camera-colazione (b&b): da 118 a 142 euro. Tempo per festeggiare non ce n’è però: gli occhi di Trentino Marketing sono tutti puntati sulla stagione invernale, che in base ai dati delle prenotazioni si apre con un Ponte dell’Immacolata da quasi tutto esaurito, ma nei periodi successivi registra un calo del tasso di occupazione delle stanze.

Già prenotato il 35% delle stanze
Un trend che potrebbe subire un repentino cambio di rotta. «Oggi molte prenotazioni avvengono sotto data, non solo dal mercato italiano, ma anche da quello straniero — ha osservato infatti Maurizio Rossini, amministratore delegato di Trentino Marketing, la società della Provincia che si occupa della promozione e dello sviluppo del turismo — I portali segnano numeri importanti anche per la stagione invernale, ma non sempre si convertono in prenotazioni». Le proiezioni si basano su dati reali, cioè sulle prenotazioni registrate finora (al 14 novembre, nello specifico) da 159 strutture ricettive. Un campione piuttosto significativo, reso possibile grazie al sistema informatico provinciale Hbenchmark.
Complessivamente, da dicembre a marzo, ad oggi risulta già prenotato il 35,6% delle stanze, in diminuzione rispetto al 47,5% del 2019 e in leggero aumento rispetto al 34,3% del 2021 (che però era ancora segnato dalle restrizioni anti-Covid). Analizzando i singoli periodi, si nota un boom sotto il Ponte dell’Immacolata: il tasso di occupazione va oltre il 65%, per poi scemare e riprendersi nel periodo natalizio. Alla Befana si arriva con la curva in costante calo. Poi tra gennaio e marzo il trend è stabile. Rispetto al 2021, la curva è quasi sempre sopra. Mentre il confronto con il 2019 è perdente: ad eccezione dell’Immacolata, la linea viaggia sempre sotto. Sul lato dell’offerta, a detta dell’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, i rincari degli skipass oscillano intorno al 6%, mentre i prezzi delle stanze sono aumentate fino al 10%.

«Panarotta, ora serve un piano»
In attesa della neve, nei prossimi giorni tutti i comprensori sciistici riapriranno le piste, ad eccezione della sola Panarotta. L’annuncio della chiusura degli impianti risale ormai a settimane fa, ma gli incontri con la Provincia si susseguono. Spiragli per una retromarcia? «Difficilmente riusciranno ad aprire — ha spiegato Failoni — Anche perché nel frattempo i dieci dipendenti hanno trovato un altro lavoro. Noi abbiamo lasciato le porte aperte, ma adesso servono risposte definitive. La Panarotta deve fare i compiti a casa, finora non lo hanno fatto. Entro la fine del mese ci attendiamo un piano sulla Panarotta del domani. In quell’area abbiamo in programma un nuovo bacino di innevamento e altri servizi, ma se il territorio decide in maniera diversa dovremo fare altre valutazioni».

Il traino della stagione estiva
Se la stagione invernale appare ancora incerta (non può essere altrimenti), quella estiva si è rivelata una certezza assoluta. Da maggio a ottobre gli arrivi sono arrivati a 2,8 milioni e le presenze hanno sfiorato gli 11,5 milioni, ossia in crescita di un +6% sul 2019 e di un +14% sul 2021, mentre per le prenotazioni si registra un più 5% sul 2019 e un +12% sul 2021. «Dati straordinari — ha commentato l’assessore al turismo — Ci confortano molto i dati sui mesi delle belle stagioni: maggio, giugno, settembre e ottobre». Segno dello «sforzo dei territori nel rendere più vive le località nelle belle stagioni — gli ha fatto eco l’ad di Trentino Marketing — Il merito va anche a tutte le società di impianti che hanno aperto prima e chiuso dopo».
In aumento sia le prenotazioni degli ospiti stranieri (da 4,4 a 4,5 milioni) che quelle dei turisti italiani (da 6,5 a 6,9 milioni). Si allarga, però, la forbice tra arrivi e presenze: passa da 8,3 milioni (2019) a 8,7 milioni. «È una tendenza in atto da anni, che si è accentuata dopo la pandemia: significa che ci sono vacanze sempre più brevi nel corso dei mesi». Aumenta però il ricavo medio «b&b»: passato da 118 a 142 euro in tre anni, con punte di 180 euro in agosto.

I territori che fanno meglio
La classifica degli ambiti territoriali per crescita sul 2019 vede prima l’Alpe Cimbra (+13%), seguita da Fassa (+9%) e a pari merito con un +7% il Garda trentino (il re del turismo trentino con quasi un terzo delle presenze totali) e la Paganella. Poi ci sono Trento (+4%), Fiemme e Valsugana (2%), Campiglio (1%), con il segno meno Primiero (-4%), Rovereto e Val di Non (-2%), Val di Sole (-1%). Ma le percentuali negative sono ribaltate nel raffronto con il 2021, che vede tutti gli ambiti in salita e proietta al primo posto Trento (+27%).