Rifiuti

venerdì 30 Dicembre, 2022

Sinistra Italiana: «No al termovalorizzatore, se deve essere sì al gassificatore»

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La scelta del tipo di impianto è determinante per la salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione

Dopo che la Provincia ha sciolto le riserve sulle soluzioni da intraprendere per chiudere il ciclo dei rifiuti e quindi di confermare la volontà di realizzare un impianto in Trentino, parte del mondo politico si è mosso per esprimere la propria perplessità e contrarietà. Renata Attolini, segretaria provinciale di Sinistra Italiana, non ha perso tempo esprimendo ferma contrarietà non solo alla soluzione del termovalorizzatore quanto alla scelta di lasciare al privato quale tipo di impianto realizzare.

Per Attolini ci sono punti di confronto con quanto comunicato dai vertici provinciali come la scelta di affidare la piena competenza in tema di rifiuti alla Provincia anziché ai Comuni “perché è indispensabile un sistema omogeneo e bene sarebbe prevederlo addirittura in chiave regionale”. Altro punto di vicinanza la volontà di mettere un punto di chiusura responsabile al ciclo dei rifiuti “perché non è economico ma nemmeno etico esportare i propri rifiuti in altre città e province”. E infine medesima visione sulla “necessità assolutamente prioritaria di produrre meno rifiuti e di migliorare la differenziata puntando al residuo zero, obiettivo purtroppo ancora lontano e per nulla scontato”.

Disaccordo totale, come detto, sulla decisione che il privato dovrebbe prendere nella scelta del tipo di impianto da realizzare  “Decisioni di tale portata per la comunità devono essere prese dall’istituzione, titolata a difendere il bene comune, e non da chi trae profitto dalla proprie scelte – commenta Attolini per Sinistra Italiana -. La scelta del tipo di impianto è determinante per la salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione. La gassificazione, contrariamente a quanto avviene nell’incenerimento dei rifiuti dove ci sono combustione e richiesta di ossigeno continue, richiede solo un’ossidazione parziale iniziale, senza fiamma, che innesca una reazione che poi si autoalimenta”.

La tecnologia è molto approfondita e sperimentata in Giappone, dove il prodotto finale del processo è tale da essere riutilizzato in edilizia. UNITN e FBK hanno orientato i loro studi in questo senso, prevedendo anche la conversione del syngas prodotto dalla gassificazione in idrogeno, fornendo quindi una soluzione davvero innovativa alla chiusura del ciclo rifiuti.

“Pretendiamo – ha quindi concluso la segretaria – che la giunta provinciale, facendo propri gli studi che essa stessa ha commissionato, si riservi la scelta e definisca chiaramente, nel bando che andrà a produrre, criteri che vincolino in modo inequivocabile alla realizzazione di un impianto di gassificazione. Noi escludiamo senza dubbio alcuno il termovalorizzatore e monitoreremo attentamente che il bando venga scritto in modo da rendere la sua scelta assolutamente sconveniente anche dal punto di vista economico, visto che lo è già, sotto ogni punto di vista, sul piano”.