L'addio

domenica 18 Dicembre, 2022

Si è spento Livio Caffieri, lo storico preside di Rovereto

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Addio, a 90 anni, allo stimato dirigente del Rosmini e del Filzi, è stato anche presidente dell'Accademia degli Agiati e nelle maggiori istituzioni culturali cittadine

Questa mattina, domenica 18 dicembre, lo storico preside Livio Caffieri è andato avanti, come dicono i suoi amatissimi alpini. Era nato il 26 settembre 1932 nella sua sempre adorata Trieste, apparteneva ad una famiglia che ha sempre vissuto nella e per la scuola: suo padre insegnante fu pure direttore didattico in più scuole a Gorizia e in altre città del Friuli-Venezia Giulia. Caffieri fu il cognome italianizzato dal regime fascista, quello originario e vero della famiglia era Caffau.

La laurea nei primi anni Cinquanta, da giovane vive in prima persona i drammi della sua città natale, la contesa Trieste, con la quale avrà un legame profondo che non lo abbandonerà mai.

Nel 1959 l’arrivo in Trentino, come insegnante, a Riva del Garda. Dopo un paio d’anni ottiene una cattedra di lettere, storia, greco e latino al Liceo Classico “Antonio Rosmini” di Rovereto. Qui sin da subito gli viene riconosciuta un’ottima preparazione e una capacità didattica non comune e innovativa. Severo il giusto, è però ben presto stimato e ben voluto dagli studenti, laddove sa riconoscere l’impegno e dare un equo giudizio ad ogni giovane liceale. L’allora preside Umberto Tomazzoni lo individua quale uno dei migliori docenti. Il suo carattere gioviale e spesso ironico favorisce un rapporto positivo con i colleghi, in particolare con il professore Giancarlo Tomazzoni, con cui vive anche indimenticabili ed emozionanti esperienze sulle nostre Dolomiti, da loro raggiunte con l’amata motocicletta. Nell’ottobre del 1973, dopo alcune infuocate giornate di protesta del movimento studentesco cittadino, contrario alla nomina a Preside del Liceo “Rosmini” di un docente ritenuto “fascista”, Livio Caffieri viene unanimemente individuato quale temporaneo responsabile dello storico Istituto roveretano. Nella primavera del 1974 supera brillantemente a Roma il previsto esame e diviene ufficialmente preside. E da allora è per l’intera città solo “il preside”.

In tanti lo ricordano al mattino presto, vigile sul portone di Palazzo Piomarta, a controllare la puntuale entrata degli studenti e dei suoi insegnanti. Prima della pensione è nominato preside anche dell’Istituto Magistrale cittadino Fabio Filzi. Negli anni Caffieri si ritaglia un ruolo e un posto sempre più importanti a Rovereto: diventa presidente dell’Accademia degli Agiati, entra nel consiglio direttivo della Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”, del Festival di Mozart e del Mart, oltre che nel consiglio accademico dell’Università di Trento. Lo ricorda Paolo Farinati: “Nonostante le tante tirate di giacca non ha mai voluto scendere nell’agone politico. La sua profonda laicità e il suo naturale rispetto verso tutti e tutto lo hanno posto sempre serenamente sopra le parti. Ma da lui non sono mai mancati ad alcuno utili e giovevoli suggerimenti. Andare a trovarlo a casa, letteralmente circondato da migliaia di libri, è sempre stato una grande gioia e un edificante passatempo. Il preside Livio Caffieri è stato un uomo libero e saggio di cui la nostra Rovereto andrà infinitamente fiera. Lo ricorderò sempre con stima, gratitudine e affetto”.