Lavoro
venerdì 18 Luglio, 2025
Sciopero alla Dana di Arco e Rovereto, i sindacati: «Situazione di stallo, la mobilitazione continuerà»
di Redazione
La protesta è partita lo scorso novembre e riguarda anche l'imminente trasferimento della produzione in Messico: «Nessun riscontro sulle promesse fatte»

Presidi quotidiani, scioperi «a singhiozzo» e mobilitazione continua. Prosegue il braccio di ferro tra i sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Cub-Trento da una parte e la multinazionale Dana dall’altra: «Da due settimane, le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti Dana di Arco e Rovereto stanno scioperando a singhiozzo, con un’ora o più di astensione al giorno e presidi quasi quotidiani davanti ai cancelli – fanno sapere le tre sigle – L’adesione è altissima e in diversi reparti la produzione si è fermata».
La mobilitazione è partita lo scorso novembre, dopo che l’azienda ha presentato una controproposta alla piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto integrativo che le organizzazioni hanno giudicato una provocazione: «Quella risposta era arrivata dopo mesi di attesa e incontri andati a vuoto – si legge nel comunicato – Oggi, luglio 2025, tutto è ancora in stallo. Nel frattempo, non è arrivata alcuna garanzia sul futuro occupazionale, in particolare nello stabilimento di Rovereto, e sono emerse ulteriori criticità: dal mancato riconoscimento dei corretti livelli di inquadramento all’applicazione arbitraria dell’accordo di bacino, che regola la stabilizzazione dei lavoratori precari».
Al centro della protesta anche la questione relativa al trasferimento della produzione dello stabilimento di Rovereto in Messico, prevista entro giugno 2026: «Non c’è ancora alcun riscontro delle promesse della direzione di trovare produzioni alternative, mentre il conto alla rovescia procede – concludono i sindacati – Le incertezze legate alla cessione della Dana, che passerà entro l’anno sotto il controllo della multinazionale americana Allison, e le trattative in corso per il rinnovo del contratto nazionale, non possono diventare un alibi per la direzione per sottrarsi alle proprie responsabilità di fronte ai lavoratori e alle loro famiglie. La mobilitazione continuerà finché Dana non accetterà di aprire un confronto vero sulle richieste sindacali».