L'idea

giovedì 5 Gennaio, 2023

Rovereto, vetrine spente in centro. Il comune pronto a investire

di

L'amministrazione è pronta a fare la propria parte, l’assessore Bertolini: «Mediatori fra proprietari e start up. Se le categorie ci stanno ci impegniamo»

La lotta alle vetrine spente di Rovereto è anche affare del Comune, e non solo delle associazioni di categoria. Ad occuparsene è infatti anche il percorso di Rigenerazione Urbana che ha mappato tutte le attività di Rovereto alla ricerca anche di quegli spazi potenzialmente commerciali o comunque utilizzabili per ospitare un’attività di tipo imprenditoriale e provare e ridurli con un progetto ad hoc nel quale il Comune è disponibile a porsi come mediatore fra potenziali start up o attività temporanee interessate ad aprire a Rovereto e i proprietari di questi spazi che sono fermi e sfitti da tempo.
Anzitutto, gli uffici comunali hanno scattato una fotografia dello stato dell’arte della città andando a mappare, porta per porta, gli spazi non dedicati ad abitazione e suddividendoli per categorie: la situazione nel triennio 2018-2021 parla di una Rovereto dove sono 519 le vetrine nei sei distretti cittadini (sono state considerate solo quelle fronte strada, a livello piano terra) e 31 gli spazi inutilizzati di «lungo periodo» ovvero che erano vuoti nel 2018, primo anno dell’indagine e lo erano anche nel 2021 quando le mappe sono state aggiornate. «Non è una situazione negativa nel complesso – commenta l’assessore Giuseppe Bertolini – anzi, soprattutto se teniamo conto che nei tre anni analizzati le vetrine aperte sono rimaste stabili. Il nostro obiettivo è comunque quello di ridurre questi 31 spazi che sono vuoti da diversi anni. All’interno del percorso di Rigenerazione urbana vogliamo capire se come Comune possiamo agevolare l’incontro fra i proprietari degli spazi, capendo perché non vengono dati in gestione e se ci sono problemi che possiamo in qualche modo aiutare a risolvere, e potenziali attività, magari di giovani che non hanno il capitale in questo momento di sobbarcarsi spese di affitto eccessivamente onerose». Davanti alle condizioni giuste – ovvero il coinvolgimento delle associazioni di categoria per capire potenziali bisogni e merceologie, e la volontà dei proprietari di mettere a disposizione questi spazi vuoti in città – il Comune è disposto a mettere un budget e trovare una formula corretta per intervenire. Non sarebbe la prima volta. Un esperimento in questo senso – ed è il motivo per cui a seguito della mappatura l’idea è tornata in auge – è stato fatto qualche anno fa: «Cinque spazi sfitti – spiegano dagli uffici – sono stati presi in comodato d’uso dal Comune e affidati con bando ad altrettante attività. In quel caso non profit. Ad oggi tre di quegli spazi che erano sfitti e inutilizzati da parecchio tempo sono ancora vivi e usati. Alla luce di questi risultati, vorremmo riproporre l’idea con il taglio giusto per sostenere delle attività economiche».
Il primo passo futuro è quello di continuare la mappatura aggiornandola, anche per valutare se il periodo pandemico ha influito in maniera importante sulle attività, e in modo da ragionare con categorie economiche e distretti sulla base di numeri e analisi il più possibile attuali. Fra i distretti oltre all’atteso «Downtown» con 198 attività invariate rispetto al 2018 e 24 con nuovo utilizzo, quello con il maggior numero di attività è San Marco dove sono state contate 149 attività invariate nel 2021 rispetto al 2018, 15 che hanno registrato un nuovo utilizzo rispetto alla rilevazione precedente. Le sorprese rispetto alla percezione del pubblico – criterio importante per la mappatura che si è voluta concentrare su ciò che il cittadino o il visitatore vede passeggiando per Rovereto – sono invece Santa Maria, dove sono una trentina le attività mappate senza variazioni rispetto ad una percezione esterna che considerava il quartiere poco vivo, e il distretto Cultura atteso come monotematico e dove invece l’analisi delle tipologie ha mostrato una varietà inattesa. «Mi piacerebbe – spiega l’assessore Bertolini – che il 2023 fosse l’anno in cui avviamo un progetto sugli spazi inutilizzati della città accanto ad una definizione dei confini e delle idee per il km delle meraviglie, da pescare fra i progetti che sono arrivati. Ci sono delle suggestioni interessanti che se messe assieme possono restituirci un progetto fattibile di valorizzazione. L’altro discorso che è strettamente legato a questi due è lo sviluppo dei distretti».