Le comunali
martedì 11 Giugno, 2024
di Redazione
Ora c’è giusto il tempo di assorbire la sbornia della vittoria elettorale, ma per Giulia Robol è già tempo di tornare al lavoro. Portata a casa la vittoria, ora viene la parte più difficile e cioè quella di creare una squadra capace di amministrare. Il primo passo sarà quello di accontentare chi ha lavorato e ha permesso la vittoria. Ma non è facile. L’assessorato non è un premio, ma un delicato punto di coordinamento e di amministrazione, serve in parte competenza, ma soprattutto idee chiare. Si va ad interagire con la macchina comunale che a Rovereto è storicamente riconosciuta tra le migliori, ma allo stesso tempo anche impegnativa da gestire. Sono stati più d’uno gli assessori che sono stati triturati in questo gioco.
La scelta di una giunta è fatta di molti equilibri: c’è il premio elettorale, ma c’è anche la competenza, e poi c’è l’equilibrio. Mettere assieme tutto non è semplice e alla fine qualche scontento rimane comunque.
Prima ipotesi
Ipotizzando che gli assessori verranno scelti tutti tra gli eletti (uno potrebbe essere scelto tra esterni), la soluzione più semplice sarebbe legare le nomine all’esito elettorale. Al Pd potrebbero così andare due posti (oltre al sindaco): se Arianna Miorandi è forse l’unica certissima, grandi possibilità ci sono anche sulla riconferma di Micol Cossali alla cultura, seconda per numero di voti tra tutti i candidati. Due posti andrebbero anche a Officina Comune, con il candidato sindaco Michele Dorigotti potenziale vice sindaco. Secondo la logica dei voti, il secondo posto sarebbe per Silvia Valduga, tra le fondatrici del movimento. Anche Campobase potrebbe ambire a due assessori, sia perché subito aderente alla coalizione sia per il buon risultato portato a casa (e sia perché per colpa dell’apparentamento ha perso di netto due consiglieri comunali). L’ultimo posto potrebbe andare a Ruggero Pozzer di Avs.
Seconda ipotesi
Una seconda ipotesi potrebbe vedere un cambio della guardia nel Pd, premiando il segretario comunale del partito Carlo Fait per i buoni risultati elettorali ottenuti pur in un periodo di crescita della destra. E seguendo la logica dei «premi», Campobase potrebbe cedere un posto ai Civici per l’autonomia. È vero che il risultato ottenuto non è stato proprio esaltante, ma sarebbe un riconoscimento al fatto che hanno abbandonato il Patt, pur di non tradire l’alleanza con Giulia Robol. Davide Gamberoni è quello che forse ha pagato più di tutti e potrebbe avere un posto in giunta anche per la sua esperienza di militante politico e di presidente della Circoscrizione di Lizzana.
Le altre varianti
All’interno di queste due ipotesi ve ne sono poi altre che non cambiano di molto se non nell’affidare l’occasione di fare esperienza ad altri nomi, soprattutto all’interno di Officina Comune dove i giovani abbondano e l’entusiasmo potrebbe essere la scintilla nel preparare la nuova classe dirigente. Officina Comune ha diversi nomi interessanti, come i fratelli Vaccari, ad esempio, anche loro tra i più attivi dentro il gruppo.
L’altro aspetto determinante sarà poi quello delle competenze. Dirimente sarà capire se e quante pressioni hanno fatto i partiti della coalizione. Avs ha chiesto chiaramente una visibilità in giunta e Ruggero Pozzer sta studiando da assessore da parecchi anni. Tutti giurano che fino ad oggi nessuno ha parlato di assessorati, ma è chiaro che dopo una vittoria le aspettative sono alte. Campobase ha di fatto subito fin dall’inizio l’imposizione del Pd sulla candidatura, poi con l’apparentamento si è visto dimezzare i consiglieri in aula (perdendo pure l’ex assessore Previdi). Non stupirebbe che ora chiedesse qualche ricompensa. Il medico Claudio Cemin, il più votato della sua lista, sarebbe l’ideale per sostituire Previdi alle politiche sociali. Andrea Miniucchi sarebbe l’unico tecnico a disposizione per sorbirsi urbanistica e lavori pubblici. E infine c’è la «grana» di Rovereto Libera, la lista di Mario Bortot che non ha brillato, tanto che lo stesso ex assessore è rimasto fuori persino dal consiglio comunale. Eppure era stata la prima a dichiarare fedeltà a Giulia Robol nonostante le sirene di destra e non ha pensato nemmeno un momento a seguire sull’altra riva la lista civica dell’altro assessore, Plotegher. Però i posti in giunta non sono infiniti e assegnare un posto da tecnico esterno a Bortot non pare una pista perseguibile. Sarebbe più facile ricorrere a una delega consiliare. E infine, un altro posto da assegnare – certo non appetibile come un assessorato – è quello di presidente del consiglio. Qualcuno ha azzardato che, come successo in alcune altre occasioni, la presidenza possa andare all’opposizione. Magari a Marco Zenatti, sicuramente esperto delle dinamiche di un consiglio comunale, che verrebbe premiato per la sua desistenza al ballottaggio e allo stesso tempo verrebbe limitato nella sua passione principe, quella di oppositore. Tante le variabili, tutte da valutare perchéquesta consiliatura di sei anni sarà davvero lunga.