Il lutto
domenica 11 Maggio, 2025
Rovereto, addio al fotografo e professore Paolo Longo
di Anna Maria Eccli
Frisinghelli (Circolo fotografico L’Immagine): «Era uno dei migliori. Non troppo espansivo, ma c'era sempre»

Davide Lajolo aveva dedicato un romanzo autobiografico alla possibilità in vita di «vedere l’erba dalla parte delle radici». Paolo Longo, da grande lettore qual era, l’aveva sicuramente letto e apprezzato. Ci viene naturale ripensare a quel libro oggi, dopo avere appreso con costernazione che anche lui, grande camminatore, pellegrino instancabile sulle vie della fede intesa come impegno, scoperta, ricerca di vicinanza, auspicio insuperabile, si è inoltrato verso dimensioni che non ci è dato conoscere. Ad aiutarci è anche la forza metaforica del necrologio composto dalla moglie Renata Polli assieme ai figli Francesca e Leonardo: un cielo luminoso ma non piatto, anzi vibrante, corruscato, degno del grandissimo fotografo che era, contro cui si staglia l’ultimo messaggio della famiglia: «Prosegui leggero sui cammini del mondo. Mai come ora ci sarai vicino».
Classe 1951, carattere riservato ma caratterizzato da grande solidarietà, disponibilità all’aiuto di tutti, è stato un insegnante amatissimo, sicuramente uno dei migliori (e non lo diciamo per circostanza), dapprima di scuola elementare (in Val di Ledro prima che a Rovereto, alle Dante Alighieri e alle Chiesa) poi di Lettere alle Iti Marconi, è stato l’infaticabile esploratore che assieme alla moglie ha percorso migliaia di chilometri su strade pregne di significato spirituale, da percorrere in armonia, corrispondenti a conquiste interiori, o a quegli stati dell’anima che solo la lentezza del passo fa ritrovare: Via Francigena, Santiago de Compostela fino a Capo Finisterre, luoghi di fede dell’Alto Adige… il cammino per lui era una specie di esegesi dell’essere.
La sua grande sensibilità si riverberava anche a livello estetico, in una produzione fotografica che ha anche diligentemente catalogato: migliaia e migliaia di scatti emozionanti. «Faceva parte del nostro gruppo da tantissimi anni – ci dice Aldo Frisinghelli, presidente del circolo fotografico L’Immagine – stiamo utilizzando da tempo i suoi appunti per il nostro corso di fotografia. Paolo era una persona non troppo espansiva, ma “c’era” sempre. Attivo, propositivo, è stato tra i migliori fotografi di Rovereto; con lui ho documentato i tre giorni di cammino dei pellegrini che dalla Val Badia raggiungono il Monastero di Sabiona, cammino contrappuntato da canti e preghiere antiche che ogni tre anni, a metà giugno, richiama un migliaio di persone. Paolo era appassionato anche di storia e folclore; ha documentato quasi tutte le feste popolari del Trentino Alto Adige, immortalando la spiritualità delle processioni come lo spirito carnevalesco, o le suggestive celebrazioni di Santa Klaus». Storiche, poi, resteranno le fotografie che dedicò ai negozianti e agli artigiani della città. Indimenticabile per chi ha avuto il privilegio di averlo avuto come maestro, è l’entusiasmo con cui piccoli allievi tornavano a casa stringendo orgogliosi la scatola delle scarpe magicamente trasformata in fotocamera grazie alla sua guida. Ha saputo farsi molto amare dagli allievi, mentre i colleghi ne ricordano lo spirito da pioniere con cui, primo tra tutti, negli anni Ottanta portò il mondo del Commodore 64 all’interno della scuola. Suoi i primi corsi di informatica per insegnanti.
Mentre era al di qua ha fatto molto, attento all’ecologia, alle persone, all’ambiente, al passo lento della bellezza, non sarà ozioso nemmeno nell’Aldilà. Per l’ultimo saluto la cerimonia è stata fissata per domani, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Borgo Sacco.