Alto Garda

domenica 18 Dicembre, 2022

Rifiuti, dal 2 gennaio la rivoluzione

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Il sistema «spinto» mira a ridurre la percentuale dell’indifferenziato. Dopo il rodaggio di alcuni mesi, gli agenti di polizia locale faranno controlli e multe a chi commette errori

Ormai ci siamo: dal 2 gennaio tutti i cittadini di Arco dovranno modificare abitudini consolidate negli anni e adeguarsi alle nuove regole prescritte per la raccolta dei rifiuti, quelle che l’amministrazione, e nello specifico l’assessore Gabriele Andreasi, hanno provato ad illustrare ai residenti nel corso di quattro serate dedicate. Diverse le reazioni: chi ha accettato volentieri di contribuire ad un più razionale smaltimento, chi al contrario si è lamentato di quelle che ha considerato vessazioni, ignorando più o meno scientemente che il nuovo sistema, quello che viene definito porta a porta spinto, là dove applicato, per esempio a Tenno, ha diminuito considerevolmente le percentuali dell’indifferenziata. Certo, Tenno ha caratteristiche antropiche e morfologiche diverse da Arco, ma l’aumento all’80% della differenziata rispetto al 59% precedente è incontrovertibile. «Sappiamo anche noi – ha detto al riguardo l’assessore Gabriele Andreasi, da mesi assorbito nella gestione del problema – che non è perfetto e presenta criticità. Ma un pregio ce l’ha: impegna il singolo cittadino alla responsabilizzazione sul tema della gestione dei rifiuti, oggi centrale. Trovo quanto meno strano che nessun ambientalista si sia fatto vedere nel corso delle serate, ma tant’è. Abbiamo deciso di attivare il servizio, anche se all’inizio la Comunità di Valle, da cui dipende burocraticamente, sui tempi aveva delle perplessità, temendo che non fossimo pronti». E invece. Ben 40 le ore trascorse da Andreasi e funzionari degli uffici con gli amministratori dei quasi 500 condomìni sul territorio, per capire le problematiche legate ai singoli edifici. Senza calcolare il tempo al telefono per spiegare ai proprietari di singole unità abitative le procedure per non incorrere in spiacevoli contrattempi con le forze dell’ordine. Perché dopo qualche settimana di rodaggio, durante le quali gli operatori chiuderanno un occhio, si procederà con le sanzioni: sui contenitori non conformi, che non verranno ritirati, sarà applicata una nota esplicativa, ma in caso di recidiva verranno allertata la polizia locale che eleverà multe. Ecco perché quel 40% di arcensi che ancora non ha provveduto a recarsi presso i centri di consegna del materiale farebbe bene ad affrettarsi: fino al 23 dicembre sarà aperto il punto presso l’oratorio di Arco, ma se la situazione non migliorerà, il Comune pensa all’apertura di un ulteriore centro. Dopodiché ognuno prenderà le sue responsabilità. «Tuttavia siamo convinti che non ci saranno problemi – ha precisato Andreasi – perché ad Arco siamo abituati al porta a porta: dal 2007 è già attivo per organico e secco e i risultati, quasi il 76%, sono buoni. Si tratta ora di estendere il comportamento agli altri rifiuti. Certo, all’inizio ci aspettiamo la recrudescenza, la migrazione dei rifiuti: ma la gente si stancherà di fare chilometri per gettare la spazzatura, e lo farà con le nuove regole, sotto casa. E il problema sarà marginale». Prossime mosse allo studio sono la diminuzione dei cestini stradali, e nuove visite aperte ai cittadini ai centri di smaltimento sul territorio, per capire come funziona il sistema. Tutto questo ad Arco. A Riva del Garda, invece, per ora nulla si muove, nonostante ogni anno di ritardo sull’applicazione del protocollo costi 80mila euro sul servizio. Al momento ad occuparsi della questione è la Comunità, un’anomalia per la quale nei dintorni si inizia a storcere il naso. E l’odore dei rifiuti non c’entra proprio nulla.