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venerdì 1 Marzo, 2024

Regione, spunta l’ipotesi Segnana come vice di Kompatscher

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Al suo posto, nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Elenora Angeli della lista Fugatti

Il gioco a incastri per trovare un posto a tutti è iniziato un minuto dopo la vittoria alle elezioni dell’anno scorso e forse sta per concludersi con la definizione della giunta regionale. Un gioco durato ormai quattro mesi, con il dramma Gerosa-Cia, il passaggio di vicepresidenza tra Spinelli e Gerosa. E ancora, il posto promesso anche al Patt che ha dovuto far entrare il suo segretario politico Simone Marchiori in giunta come «tecnico» non eletto. E poi le commissioni consiliari, con Fratelli d’Italia che ne ha volute due, due anche il Patt, una alla Lista Fugatti e una alla Civica. Con la Lega che alla fine ha dovuto fare un passo indietro, dicendo che sarebbe stato l’ultimo. Ma non lo è stato, se la soluzione dell’ultima fatica per accontentare tutti andrà come si sta prospettando in queste ultime ore. Sembra infatti che in giunta regionale ci vada sì un’esponente della Lega, ma non l’assessora provinciale Giulia Zanotelli — che non avrebbe nemmeno l’indennità aggiuntiva, ché non si può — bensì la consigliera provinciale Stefania Segnana. Entrambe leghiste, ma Segnana lascia il posto nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e al suo posto non ci andrebbe qualcuno del Carroccio — così da far tornare i conti — ma della Lista Fugatti, Elenora Angeli. Lista che, seppur abbia dovuto rinunciare alla vicepresidenza per il suo leader Achille Spinelli, ha conquistato la presidenza dell’Assemblea legislativa del Trentino. Non poco, insomma.
Angeli, che si è impuntata
La decisione di questo «scambio» non è affatto estemporanea, o un incastro dovuto. È voluto. Nel senso che la consigliera Eleonora Angeli quel posto lo vuole per principio, e lo ha detto forte e chiaro nei giorni scorsi. «Non per forza per me — diceva umilmente ai colleghi di maggioranza — ma nemmeno tutto alla Lega». Che in Regione avrebbe contato su due posti in giunta e due posti nell’Ufficio di presidenza, al netto dei posti in giunta provinciale. Una questione di equità, quindi. Ed ecco che chi ha posto il problema è stata scelta per la sua risoluzione.
Due donne in giunta, a turno
Il percorso che ha portato a questa decisione, che potrebbe essere confermata nelle prossime ore, è lungo e tormentato. Ed è nato dal fatto che la prima formulazione dell’esecutivo regionale era di soli uomini. I due presidenti delle Province Fugatti e Kompatscher, che in virtò della staffetta di alternano alla presidenza e alla vicepresidenza, e quattro assessori. Due altoatesini — il civico Angelo Gennaccaro e l’svp Franz Locher — e due altoatesini: il ladino Luca Guglielmi e Carlo Daldoss di Fdi. Posti o imprescindibili — i presidenti e il rappresentante ladino — o figli di accordi politici: Gennaccaro e Daldoss. Il problema, come detto, è che mancava una donna. E su questo si è levata la protesta, e il «nein» di Kompatscher: «Una giunta senza donne non possiamo votarla». La soluzione, arrivata in questi ultimi giorni, manda in soffitta la staffetta, con troppa facilità dicono figure di peso come gli ex governatori Dellai e Durnwalder che la staffetta l’hanno inventata. E la soluzione è questa: in giunta ci sarà per metà legislatura Kompatscher e per l’altra Fugatti. Si alternano alla vicepresidenza due donne, prima una trentina e poi una altoatesina.
Tutta colpa di Daldoss
Ma perché era così difficile trovare una donna da mettere in giunta e perché si dovuti arrivare persino a modificare una prassi decennale sancita autorevolmente da Dellai e Durnwalder come massima espressione del rapporto istituzionale tra la Provincia di Trento e quella di Bolzano dentro la Regione? Perché trovare un nome femminile questa volta — altra prassi — toccava al Trentino. Ma non c’era posto. Come detto, dei tre posti spettanti due sono imprescindibili e solo uno è «libero». Quello pattuito politicamente tra Lega e Fratelli d’Italia per Carlo Daldoss. Che in questi giorni non ha mai detto nulla, che ha dispensato la massima tranquillità. Non ha mai temuto di perdere il suo posto. Il passo indietro, ne era sicuro, lo avrebbe fatto anche questa volta qualcun altro. La Lega, come molto probabilmente succederà.