I cardinali
giovedì 8 Maggio, 2025
Quanto ha senso il «totopapa»? I bookmakers scommettono su Tagle mentre lui raccoglie i voti per Parolin
di Redazione
Aveline, Prevost, David: i porporati meno noti di cui si sta parlando nelle ultime ore

Jean Marc Aveline, l’arcivescovo di Marsiglia che alcuni giornali definiscono, con un’evidente semplificazione «Amico dei migranti». Pablo Virgilio David, l’«altro» cardinale filippino (con nome spagnolo) che, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, avrebbe preso più voti, al primo scrutinio, del ben più quotato e noto Louis Tagle. Infine Robert Prevost, il cardinale statunitense, poco in linea con i suoi compatrioti. Sono nomi che sono girati «meno» rispetto a quelli dei cardinali Pietro Parolin, Pierbattista Pizzaballa, Matteo Maria Zuppi, Peter Erdo, in cima alla lista dei «papabili» nei giorni scorsi.
Aveline è considerato uno dei successori ideali di papa Bergoglio: sarebbe una scelta in «continuità». Il problema, però, è che la «continuità» non piacerebbe a tutti i grandi elettori. David sarebbe comunque un rappresentante della chiesa asiatica, considerato il fronte geografico più mportante. Su Prevost potrebbero convergere voti da porporati che la pensano diversamente.
Certo, rimangono supposizioni, buone per le scommesse (che i bookmakers, che continuano a puntare, in particolare su Tagle e Parolin) raccolgono con soldi veri. Ma non sempre gli allibratori ci prendono e, spesso, nemmeno ci vanno vicino, almeno se si parla di pontefici. Secondo le ricostruzioni giornalistiche, Tagle si sarebbe attivato per raccogliere voti per il cardinale segretario di Stato, Parolin, per l’appunto. Insomma, ogni calcolo potrebbe scontrarsi con la logica – teoricamente ben poco mondana – del conclave. Anche per questo motivo, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.