L'approfondimento

mercoledì 8 Novembre, 2023

Povertà educativa, scatta l’allarme. Rossi Doria: «A Trento meno grave ma è un problema nazionale»

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Confronto alla Fondazione Demarchi sulle comunità educanti. «Premi agli insegnanti? Piuttosto all’intera squadra educativa scolastica»

La povertà educativa e il calo demografico sono problemi che impattano sulla scuola in tutto il territorio nazionale. Certo, da questo punto di vista ci sono differenze fra Trento e, ad esempio, Napoli, dove ha lavorato. Ma anche nei contesti migliori il problema c’è. Quanto alle riforme della scuola che mirano a sistemi premianti per gli insegnanti, «forse sarebbe più appropriato un sistema premiante per l’intera squadra educativa scolastica». A parlare così è Marco Rossi Doria, presidente della Fondazione con i Bambini ed esperto di educazione, ieri presente alla Fondazione Franco Demarchi dove esperti di educazione e rappresentanti di fondazioni si sono riuniti per discutere le «Regole e procedure per la costruzione di una Comunità Educante». L’iniziativa, parte di una serie di sei incontri in continuità con il ciclo di seminari «Dialoghi sull’Educazione» dell’anno precedente, ha messo in evidenza temi cruciali legati all’istruzione e all’educazione. Ad accogliere Rossi Doria, il presidente della Fondazione Demarchi, Federico Samaden, che ha introdotto il programma dell’evento. A completare il panel degli esperti, Dario Ianes, professore ordinario di Pedagogia dell’inclusione presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Bolzano, e Salvatore Pirozzi, ricercatore in politiche pubbliche del territorio.
La questione della povertà educativa è stata al centro delle discussioni. Anche se meno evidente in alcune regioni, la povertà educativa richiede attenzione, poiché può comportare un’insensibilità alla sua esistenza che può crescere se non affrontata. Apre così, il presidente della Fondazione Samaden, che sottolinea l’importanza di una comunità educante nel trovare soluzioni per le sfide educative.
Rossi Doria ha enfatizzato l’importanza di «cercare il dubbio» e «spostare le manopole verso soluzioni innovative» in risposta a ciò che non funziona più secondo i vecchi schemi. In questo contesto, la comunità educante svolge un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo, condividere una visione comune e collaborare per creare reti, poiché è attraverso la collaborazione che si superano le limitazioni individuali.
Un punto di rilevanza centrale sollevato durante l’incontro è stata la crisi demografica e il suo impatto sull’istruzione in Italia. L’invecchiamento della popolazione e il declino demografico pongono in discussione le modalità tradizionali di insegnamento. Una delle soluzioni teorizzate è l’importanza dell’immigrazione per mantenere attivo il sistema educativo, specialmente nelle regioni montane, dove il flusso demografico è sempre più in calo.
Secondo Rossi Doria, inoltre, nella società contemporanea mancano rituali di passaggio. La mancanza di riti condivisi che segnalino il passaggio all’età adulta solleva domande importanti su quando e come un individuo diventa adulto. Questa mancanza di riferimenti ha un impatto sull’educazione, sulla formazione delle comunità educanti e sulla definizione stessa di apprendimento, suggerendo la necessità di un dialogo intergenerazionale.
Altro tema chiave risultato dei dibattiti tra gli esperti è stata l’importanza dell’eterogeneità e della diversità nell’educazione. Mentre l’omogeneità è vista come una condizione statica, la diversità è considerata un motore di cambiamento e di apprendimento significativo. Questo sottolinea l’importanza di un approccio cooperativo all’apprendimento, in cui le differenze tra gli studenti sono valorizzate per stimolare la crescita e lo sviluppo.
Le discussioni hanno concluso con l’idea fondamentale che le riflessioni teoriche devono tradursi in azioni concrete. La Fondazione Demarchi ha sottolineato l’importanza di sperimentare nuovi modelli educativi, creare spazi di dialogo e coinvolgere attivamente adulti e genitori nell’educazione. In un mondo in costante mutamento, queste discussioni ci ricordano che l’educazione è un investimento cruciale per il futuro. La biodiversità nell’educazione riguarda non solo la varietà di argomenti insegnati, ma anche la diversità delle persone coinvolte e delle modalità di apprendimento.