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martedì 6 Giugno, 2023

Plastica nel mare, l’Italia è il secondo più grande produttore di rifiuti in Europa

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I dati diffusi nella Giornata mondiale dell’Ambiente. Il Wwf: «Non c’è più tempo da perdere»

Soluzioni all’inquinamento da plastica’ è il tema scelto quest’anno per celebrare la Giornata mondiale dell’Ambiente, ricorrenza andata in scena ieri. Una decisione non casuale, visto il forte impatto di questo materiale su tutto il pianeta, e anche sul nostro Paese.
Il peso della plastica presente sulla Terra è pari a 8 miliardi di tonnellate, il doppio del peso totale di tutti gli animali terrestri e marini insieme. Sono, invece, 390 milioni le tonnellate di plastica prodotte ogni anno e il 90% – secondo i dati diffusi dal Wwf – deriva da fonti fossili. Solo il 9% di questo materiale viene riciclato a livello globale.
Il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’ambiente marino e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno; si tratta, in gran parte, di plastica monouso. Inoltre, attualmente, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.
I frammenti di plastica che galleggiano negli oceani sono 170mila miliardi e sono 1557 le specie marine e terrestri che hanno ingerito questo materiale. Il tempo di degradazione della plastica è di 1000 anni, ma non scompare mai davvero. Sono, infine, 100mila al giorno le microplastiche che possiamo assumere da cibi, aria e acqua. I costi sociali ed economici dell’inquinamento da plastica oscillano tra i 300 ei 600 miliardi di dollari all’anno.
Il report diffuso ieri dal Wwf conferma anche che l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo all’inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa. Per il Wwf non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi. La richiesta al governo è di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l’economia circolare come valore condiviso. “Per attuare un cambio di rotta, ormai indispensabile, la soluzione è l’economia circolare in cui le materie prime, come la plastica, di un oggetto non più funzionante restino in circolo, in un lungo e possibilmente infinito succedersi di produzione e riuso/riciclo, eliminando le fasi di estrazione di materie prime e smaltimento. L’efficienza nell’utilizzo delle risorse, promossa dall’economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo, e consentire una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell’ambiente – afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia -. Per questo vogliamo muovere alle istituzioni richieste più ambiziose. Non c’è più tempo da perdere”.