la sentenza

sabato 13 Aprile, 2024

Picchia la moglie con la cintura: più di 3 anni di pena e 20mila euro ai figli che hanno assistito ai maltrattamenti

di

L’uomo, 48 anni, condannato anche a risarcire l’ex con 30mila euro: avrebbe preteso dalla donna anche rapporti sessuali

In due occasioni, per l’accusa, aveva usato una cintura come arma per far del male alla moglie, scagliandogliela contro all’altezza della schiena, dopo che l’aveva portata lontano da casa e da sguardi indiscreti. Secondo le contestazioni della Procura, era capitato anche che l’uomo le stringesse le mani al collo, tanto da lasciarle i segni, e che la colpisse allo stomaco, in modo così violento da farla stramazzare a terra. E, ancora, aveva colpito la compagna anche agli occhi, tanto da provocarle degli ematomi e pure la perdita temporanea della vista. Lei, al medico, che per quelle lesioni le aveva dato sette giorni di prognosi, aveva raccontato una bugia: «Ho sbattuto contro una porta». Percosse al volto, agli occhi, queste, che l’uomo le aveva inferto anche minacciandola con un coltello. E a fare male erano anche le parole con cui la denigrava davanti ai due figli minorenni. Parole con cui la screditava in casa come mamma e donna, mettendo anche in dubbio la sua fedeltà. Non facendosi scrupoli nemmeno di molestarla davanti ad altri, anche sul posto di lavoro. E avrebbe preteso dalla moglie anche rapporti sessuali.
Allontanato da casa dal gip
Contestazioni, queste, che giovedì pomeriggio hanno portato il tribunale collegiale, presidente Rocco Valeggia, a condannare l’uomo, un cittadino albanese di 48 anni della Piana Rotaliana, a tre anni e quattro mesi di reclusione. Questa la sentenza al termine del processo con rito abbreviato che ha concesso lo sconto di un terzo della pena all’imputato, già allontanato da casa dal giudice, con divieto di avvicinare la compagna e di contattarla. Donna che si era rivolta ai carabinieri e al centro antiviolenza.
Danni da risarcire
Maltrattamenti in famiglia aggravati (durati anni, fino al 2022) l’accusa a cui doveva rispondere l’uomo, assistito dall’avvocato Paolo Mazzoni. I giudici hanno condannato l’imputato anche a liquidare 30mila euro di risarcimento all’ex moglie che si era costituita parte civile, assistita dall’avvocata Sara de Luca.
Risarcimento che l’uomo dovrà anche ai suoi due figli di poco più di dieci anni, rappresentati entrambi dall’avvocato Giuliano Valer. Il tribunale ha stabilito 10mila euro per ciascuno dei minori, per violenza assistita, in quanto vittime di violenza indiretta, subita appunto non in prima persona ma quali testimoni diretti di aggressioni e vessazioni, in questo caso nei confronti della madre, tra le mura di casa, non senza ripercussioni, quanto meno emotive, anche per loro. B.C.