attività per la famiglia

venerdì 20 Gennaio, 2023

Parlare della morte ai bambini: arriva il laboratorio gratuito

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Un'attività organizzata dall’associazione «Il Papavero Der Mohn» per genitori, ma non solo, per imparare a gestire l'elaborazione il lutto dei più piccoli

Il prossimo 11 febbraio l’associazione «Il Papavero Der Mohn» organizza presso la sua sede un laboratorio gratuito  per aiutare gli adulti a parlare di lutto ed affrontarlo con i bambini

Un laboratorio didattico per aiutare i bambini ad elaborare il lutto e guardare in faccia, con serenità, la naturalità della morte. È una proposta che va oltre un tabù fortissimo quella che l’associazione Il Papavero Der Mohn ha elaborato per il prossimo 11 febbraio con l’iniziativa «Il caleidoscopio del lutto, emozioni in movimento». Dalle ore 9.00 alle ore 15.00 ecco un percorso rivolto a genitori, famigliari, educatori o adulti interessati è totalmente gratuito. «L’idea – specifica la presidente dell’associazione Mara Zussa  – è dedicare uno spazio ai genitori o agli adulti che seguono con interesse queste tematiche. Un modo per riconoscere le proprie potenzialità e acquisire degli strumenti che possano aiutare i bambini che hanno vissuto una perdita o lo stanno vivendo in questo momento. Un percorso per esplorare i propri sentimenti, accettando e abbracciando il dolore senza dimenticare una vasta gamma di stati d’animo che si dovranno affrontare negli anni a venire. Un cammino vero e proprio. Insieme».

Protagoniste di questo primo incontro quattro professioniste di livello. Le tre formatrici Maria Grazia Rigobello (psicologa), Chiara Codato (ex insegnante) ed Annalisa Dorigatti (ex insegnante) che  saranno coordinate dalla responsabile di progetto Daniela Ceotto (anche lei psicologa). Si partirà con la visione del film «Una moglie per papà» del regista Jessie Nelson del 1994. Stimoleremo la condivisione attraverso l’esperienza realmente vissuta. Qui ed ora. Una riflessione individuale inserita in un’attività di gruppo.

Perché, però, è così difficile parlare di morte ai bambini? «Per un motivo naturale è molto semplice – continua Zussa – che riconduciamo all’istinto protettivo del genitore. Si pensa siano troppo piccoli per capire così si tende a distorcere la realtà o mascherare in qualche modo la verità. Farli partecipare o condividere la tristezza e il dolore viene percepito come un carico troppo forte di emozione o tensione. Infine c’è il timore di non saper gestire le reazioni dei bambini commettendo degli errori e provocando ulteriori sofferenze».

Le iscrizioni , gratuite, sono necessarie e rimarranno aperte fino al 6 febbraio