La finale
domenica 8 Settembre, 2024
di Francesco Barana
Manca un passo, l’ultimo. Jannik Sinner stasera a New York cerca il secondo Slam della carriera e della stagione (ore 20 italiane, diretta Sky e in chiaro su Supertennis). Il numero 1 del mondo, nella finale dell’Us Open, dovrà vedersela con il giocatore di casa Taylor Fritz, 12 Atp ma che domani rientrerà in top ten da numero 7. Il rischio, non tanto per Jannik, ma per l’ambiente esterno – media e tifosi – è dare tutto, troppo, per scontato. Fritz in effetti non ha l’allure di Alcaraz e Djokovic, e madre natura non gli ha fornito le stimmate del fuoriclasse, ma è un ottimo giocatore, da un paio di stagioni costantemente tra i 10-15 più forti e nella sua bacheca figura un Master 1000 di grande prestigio, Indian Wells. Certo, il Sinner visto prima a Cincinnati e in queste due settimane a Flushing Meadows è talmente solido da sembrare ingiocabile, così il pensiero sotterraneo di molti è che il secondo major dell’altoatesino, dopo l’Australian Open di gennaio, sia a portata di mano. Paolo Bertolucci, ex campione azzurro, voce Sky ed editorialista della “Gazzetta dello Sport”, però invita alla prudenza: «Sinner è favorito e siamo tutti fiduciosi – ci dice raggiunto al telefono – però non cantiamo vittoria, nulla è scontato, la partita va giocata».
È pur vero che Sinner, in carriera, anche negli anni scorsi, con i giocatori meno accreditati sbaglia di rado…
Diciamo pure che non perde mai. La continuità è il suo punto di forza, a differenza di Alcaraz, che sulla singola partita è un pizzico superiore. Non a caso nel ranking Atp, che è un po’ come un campionato di calcio, Jannik è numero 1 incontrastato, ha messo a distanza di sicurezza gli inseguitori e al 99% chiuderà l’anno davanti a tutti.
Stasera avrà tutte le pressioni addosso, può perderla solo lui…
Lui le pressioni le gestisce benissimo. L’ho sentito affermare che «avere pressione è un privilegio». Se Sinner riuscirà a esprimere il 100% per Fritz non ci sarà scampo, ma attenzione perché sento molti che sottovalutano un aspetto…
Quale?
Fritz è già sette del mondo virtuale. Tra il numero 1 e il settimo è chiaro che c’è differenza, ma non c’è un abisso, ecco.
Molti sottovalutano Fritz, intende dire…
Mi sembra che l’avversario stia un po’ passando in sordina qui in Italia. Ma se Sinner dà l’80% e l’americano, che pure gioca in casa, non scordiamolo, fa la partita della vita ecco che potrebbe succedere di tutto e il pronostico ribaltarsi.
Fritz è nelle condizioni ideali per provare a fare la partita della vita…
E’ il primo a sapere che difficilmente gli ricapiterà l’occasione di giocare in casa una finale Slam contro il numero 1 del mondo. Vincere per lui significherebbe fare la storia, sarebbe l’impresa della sua carriera, quella da raccontare ai nipotini. Si sistemerebbe per tutta la vita.
Che giocatore è l’americano?
Uno che lì per lì non ti impressiona. Poco elegante, rigidino dei movimenti. Poi però vai a vedere a fondo e scopri che sa fare tutto molto bene, pur non eccellendo in niente, che è solido e continuo, che serve molto bene e che fisicamente è strutturato. A New York si gioca sui cinque set e c’è molta umidità, le condizioni ambientali possono condizionare la partita, l’abbiamo visto nella semifinale di Sinner con Draper.
Vinta in tre set, eppure nei primi due molto equilibrata…
Appunto, Draper l’ha messa sulla fisicità ed è stato un match a tratti estenuante. La differenza tecnica poi è emersa nel tiebreak del secondo parziale, ma prima Draper aveva tenuto. Fritz, che è più forte dell’inglese, proverà a fare lo stesso, tenere il match sul filo dell’equilibrio il più a lungo possibile, per poi sperare in un tiebreak e in qualche situazione favorevole che possa fare la differenza a suo vantaggio.
Sinner nel 2024 ha vinto 54 partite su 60. Numeri impressionanti…
La famosa continuità di cui parlavamo prima. Azzardo un paragone ciclistico: Alcaraz magari è quello che ti vince la Milano-Sanremo e la grande classica, ma poi il Tour de France lo conquista Sinner.
Sulla Gazzetta ieri lei ha scritto che adesso non sono più irriverenti i paragoni con i più grandi. Sinner chi le ricorda?
Sinner vive di luce propria, Sinner è Sinner. Ma ora, a 23 anni, lo si può accostare a qualsiasi grandissimo del passato quando aveva la sua stessa età. Per i paragoni assoluti, invece, aspetterei la fine della carriera.
Però si può già affermare che è il più grande tennista italiano di sempre, anche di Pietrangeli e Panatta, non crede?
Se dovesse vincere domani sera (stasera, ndr), sarebbe il suo secondo Slam. A quel punto sarebbe già davanti a tutti…