la reazione
sabato 5 Luglio, 2025
Ospedale di Trento, l’ira di Fugatti: «È un’opera da 850 milioni, non è un banale lavoro stradale»
di Tommaso Di Giannantonio
Il governatore critica lo stop: «Sorpresi dal Tar, manca responsabilità. Serve più dialogo, non è la curva del palloncino»

L’irritazione è palpabile. Sembra di essere tornati ai tempi delle battaglie giudiziarie sull’orso. Questa volta – per l’ennesima volta – si parla del nuovo ospedale di Trento. Il governatore Maurizio Fugatti non nasconde l’irritazione e neppure la rabbia per lo stop al progetto deciso dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento. «Rispettiamo la sentenza, ma il senso di responsabilità dovrebbe riguardare tutti. Si tratta di un’opera di 850 milioni, non è il progetto della curva del palloncino», dice da Folgaria, dove ieri la giunta provinciale si è riunita per la consueta seduta fuori porta.
La sentenza è stata emessa due giorni fa. I giudici del Tar hanno accolto il ricorso della Altieri, la società vicentina che è arrivata seconda nella gara per la progettazione del Polo ospedaliero e sanitario di Trento. Un appalto dal valore complessivo di 37 milioni di euro. L’aggiudicazione da parte di Ati Project, il consorzio vincitore con sede a Pisa, è stata annullata. Il contratto già stipulato è stato dichiarato «inefficace». Perché? I giudici hanno accolto la contestazione del ricorrente: la Ati Project non sarebbe in possesso di un requisito specifico previsto dal bando, quello di aver realizzato negli ultimi dieci anni servizi di direzione lavori per un valore totale di almeno 128 milioni di euro (vedi l’articolo sotto).
«In giunta abbiamo incontrato l’avvocato Tita (il commissario straordinario incaricato per la realizzazione del nuovo ospedale, ndr) per analizzare la situazione — spiega Fugatti — Non nascondiamo una reale sorpresa per questa sentenza». Il governatore ha rimarcato l’importanza di un’opera «di cui si parla da 25 anni». «Non si può non negare che il Trentino abbia fretta di realizzare il nuovo ospedale. Lo chiede la comunità — aggiunge — Basta vedere cosa dicono le categorie professionali, medici e infermieri: “Fate in fretta”, questo è il refrain». Un ritornello che dura ormai da più di dieci anni, tanto quanto l’odissea giudiziaria che ha caratterizzato prima il Not (Nuovo ospedale del Trentino) e ora sembra abbracciare anche il Polo ospedaliero e universitario di Trento.
«Il senso di responsabilità dovrebbe riguardare tutti: giunta, cittadini, categorie e chi avrà il compito di realizzare l’ospedale. Tutti hanno il fiato sul collo, ma vediamo che qualcuno ne ha meno — ha attaccato il presidente dalla Provincia — Noi rispettiamo tutte le sentenze, anche quelle degli orsi. Non sono un giurista, però prima di arrivare a una sentenza di questo tipo, avrebbe potuto esserci qualche interlocuzione in più. Non stiamo parlando della curva del palloncino (il progetto di allargamento di una curva pericolosa lungo la Gardesana, fra Trento e Vallelaghi, ndr), stiamo parlando di un’opera di 850 milioni». In sostanza la Provincia avrebbe preferito, o meglio, si sarebbe aspettata una maggiore «concertazione» da parte dei giudici amministrativi, chiamati a pronunciarsi su un ricorso.
Ora «stiamo decidendo cosa fare — riferisce il governatore — Avvocatura e commissario stanno facendo le valutazioni di tipo giuridico». Dunque, per ora, la strategia della Provincia non è ancora decisa. Resta il fatto che «c’è una legge nazionale, promulgata nel post-Covid, che prevede la nomina di un commissario straordinario per un’opera strategica. Si poteva prendere un po’ di più in considerazione», considera Fugatti, tratteggiando forse una possibile linea difensiva. «Questa — ribadisce — è l’opera più importante del Trentino dei prossimi vent’anni, dove c’è anche la nomina di un commissario. Questo testimonia la sorpresa che girava nei nostri uffici. Dopodiché le decisioni le rispettiamo».
Intanto la sanità trentina – e la Scuola di Medicina – deve fare i conti con un ospedale, il Santa Chiara, inaugurato 55 anni fa. «Noi possiamo ancora garantire il servizio sanitario pubblico nel migliore dei modi: il Santa Chiara lo garantisce oggi e lo garantirà in futuro, e stiamo facendo investimenti su questo fronte — puntualizza Fugatti — Però chi ha responsabilità sa che il nuovo ospedale deve essere realizzato in fretta».