L'OMICIDIO
martedì 10 Gennaio, 2023
di Benedetta Centin
Subito a processo per rispondere dell’omicidio pluriaggravato del custode forestale Fausto Iob, saltando il passaggio dell’udienza preliminare. Così ha deciso il sostituto procuratore Licia Scagliarini che ha chiesto e ottenuto dal gip Enrico Borrelli il giudizio immediato per il boscaiolo di Mollaro di Predaia David Dallago, dal 20 giugno scorso in carcere a Spini di Gardolo. Da aprile prossimo il 37enne dovrà comparire di fronte alla corte d’Assise di Trento, per difendersi dalla pesante accusa che fin da subito aveva cercato di scrollarsi di dosso. Quella cioè di aver aggredito «con almeno 18 colpi» scagliati alla nuca, con un oggetto contundente (mai recuperato), il 59enne di Contà, l’amico dell’orso Baloo, che il giorno prima lo aveva sorpreso con un carico di legname rubato. Dallago, per l’accusa, quel 3 giugno 2022, nel cantiere forestale dove stava operando e cioè a Sanzeno, avrebbe sfondato la scatola cranica a Iob che doveva controllare il suo lavoro. Gli avrebbe assestato una raffica di colpi alle spalle tanto da fargli perdere i sensi. Quindi lo avrebbe spostato, gettandolo nelle acque del lago di Santa Giustina. Quando aveva ancora battito e respiro. Facendolo quindi morire annegato, almeno secondo le conclusioni del medico legale Dario Raniero che ha effettuato l’autopsia. Il cadavere della guardia, dipendente del Comune di Predaia, venne trovato due giorni dopo, il 5 giugno.
La procura è convinta che Dallago, scoperto a fare suo del legname nella frazione di Banco — 40 quintali di faggio ed altro legname del valore di appena 500 euro — abbia ammazzato il custode che doveva sovrintendere il suo lavoro. Si sarebbe quindi sporcato le mani di sangue per farla franca. Per agire indisturbato e riuscire a rubare altri aceri e faggi di proprietà pubblica (il 37enne viene accusato di ulteriori furti commessi i giorni successivi nella stessa zona, il 10 e il 16 giugno, e per lui c’è la recidiva specifica). Legname rubato che, stando alla sua agendina sequestrata dai carabinieri, avrebbe rivenduto. In aula il noneso dovrà rispondere di aver ucciso Iob per abietti e futili motivi (data la «palese sproporzione tra il fine perseguito e l’efferato omicidio compiuto»). Come movente il lucro, la «bramosia di denaro». Con le aggravanti di averlo fatto con abuso di prestazione d’opera e contro una guardia di pubblica sicurezza. E’ tutto nel corposo fascicolo della procura che ha delegato intercettazioni ambientali e telefoniche, analisi dei tabulati e localizzazioni dei cellulari di vittima e imputato (che ne aveva due). Ad essere analizzati anche i filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza dove le vetture dei due erano transitate in quei giorni. E ancora gli investigatori hanno sentito diverse persone (anche di chi, la mattina dell’assassinio, aveva visto Iob sull’auto di servizio seguito dalla vettura di Dallago). Al lavoro anche i carabinieri del Ris di Parma che hanno analizzato vari reperti, tra cui i vestiti, e isolato nella vettura del boscaiolo — quella che sarebbe stata ripulita dall’imputato stando al rumore dello spruzzatore intercettato — una traccia mista complessa attribuibile ad almeno tre persone, tra cui Iob. Tutto per ricostruire e documentare (attraverso telefoni, testimonianze, foto e video appunto), quanto accaduto tra il 2 e il 5 giugno, partendo dai vari spostamenti dei due uomini, compresi gli acquisti fatti nei supermercati.
Il processo, davanti a giudici popolari e togati, si aprirà a inizio aprile. Alla difesa, dato che i reati contestati possono valere l’ergastolo, non è dato chiedere il rito abbreviato che consentirebbe lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. «Affronteremo il dibattimento, confidiamo che emerga la verità e cioè l’innocenza del mio cliente — le dichiarazioni dell’avvocato Angela Domenichelli — nei suoi confronti non c’è alcuna prova, solo indizi che chiariremo in aula». Il legale anche di recente si è vista respingere la richiesta di arresti domiciliari per il padre di famiglia che ha anche aggredito un compagno di cella (6 i giorni di prognosi).
Pronti a costituirsi parte civile nel processo i familiari di Fausto Iob, assistiti dagli avvocati Lorenzo Eccher, Paolo Mazzoni e Danilo Pezzi.