l'alternativa

martedì 17 Gennaio, 2023

Olimpiadi, la proposta del Coni: «Piné sede federale del pattinaggio»

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Il trasloco delle gare olimpiche a Torino è ormai imminente, si cerca una compensazione per l'altopiano

Potrebbe esserci uno scambio di opportunità all’orizzonte sportivo (e magari non solo) dell’altopiano di Piné.
Il Trentino sta attendendo una formale proposta dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) che potrebbe, sì, togliere Baselga di Piné dall’elenco dei campi di gara delle prossime Olimpiadi invernali del 2026 ma che – al contempo – potrebbe consegnare all’altipiano e a tutto il Trentino un’opportunità di sviluppo forse più interessante di un singolo evento. Seppur di portata olimpica.
L’idea di tecnici e dirigenti del Coni potrebbe essere quella di barattare la destinazione olimpica trentina con Torino e fare di Piné, invece, la sede federale del pattinaggio italiano.
Non c’è conferma ma le informazioni, e le indiscrezioni, raccolte porterebbero in questa direzione.
«Attendiamo la proposta degli uomini di Malagò – dice il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti – e nel giro di pochi giorni decideremo definitivamente».
È possibile che sia venerdì, il giorno.
Ma cosa avrebbe portato a questa nuova prospettiva? Nelle ore scorse il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini ha ritenuto opportuno mettere nero su bianco ipotesi di interventi utili a preparare il Piemonte al prossimo appuntamento dei giochi invernali a cinque cerchi.
«Salvini non ha detto nulla di nuovo – continua Fugatti – I costi sono lievitati, soprattutto negli ultimi 2 o 3 mesi; gli ostacoli da superare in fase di rilascio dei pareri, soprattutto paesaggistici (dall’esito tutt’altro che certo ndr), non sarebbero pochi e i tempi si stanno facendo sempre più stretti».
Fare – allora – una corsa contro il tempo senza certezze o rallentarla, questa corsa, essere più riflessivi e responsabili? Come sostiene l’assessore a sport e turismo della Provincia Roberto Failoni.
«Per ammodernare l’Ice Rink e realizzare la copertura dell’anello di ghiaccio per le gare di velocità servirebbero 76 milioni di euro. In più – prosegue l’assessore – dal punto di vista strutturale dovremmo alzare un muro di cemento da almeno 18 metri per sostenere la copertura. Anche solo dal punto di vista ambientale non sarebbe il massimo».
A questo si dovrebbero mettere, poi, in preventivo costi di gestione che ogni anno inciderebbero sulle casse pubbliche per qualcosa come un milione di euro.
Nelle ultime settimane, considerando appunto anche il lievitare degli esborsi necessari ed il dilungarsi dei tempi, il governo provinciale avrebbe avviato un’attenta riflessione per capire – soprattutto – se questa delle Olimpiadi sia veramente una grande opportunità per il Trentino, per Piné in particolare, piuttosto che investimenti di minore entità ma improntati su una possibilità di sviluppo più generale e duraturo del territorio?
Da qui, forse, la convinzione che immaginare l’Ice Rink come la nuova sede del pattinaggio italiano divenendone scuola, campo di allenamento e teatro dei più grandi appuntamenti sportivi nazionali e internazionali potrebbe aprire a scenari totalmente diversi con ben altre potenzialità economico, sportive e turistiche per l’altopiano.
«Significherebbe un ammodernamento dell’intera offerta turistica della zona che è quello di cui Piné necessita – spiega Failoni -. Si aprirebbe anche tutto il capitolo dei laghi di Piné. Ci sarebbero le risorse per migliorare e rendere più agile e suggestivo il percorso che si snoda attorno allo specchio d’acqua. Un aspetto attrattivo che non sarebbe certo di secondo piano».
E gli investimenti sarebbero decisamente inferiori rispetto a quei 76 milioni di euro indispensabili per affrontare le Olimpiadi.
«Il ghiaccio a Piné deve rimanere centrale – chiude il presidente Fugatti – Con 20 o 25 milioni di euro saremmo in grado di ammodernare e rendere l’Ice Rink all’altezza del nuovo ruolo che potrebbe andare a ricoprire e poi, pian piano, l’intero altopiano si trasformerà».
Fosse così, dunque, la lettura più corretta non sarebbe certo quella di «Olimpiadi scippate» al Trentino piuttosto di un’occasione che potrebbe essere colta da un territorio che da 20 anni, ormai, è in cerca di una più moderna identità in chiave sportivo/turistica.
Fugatti non si sbilancia ma una «deadline» in tal senso sembra non essere troppo lontana. Nelle ore scorse si è riunita la cabina di regia sulle olimpiadi Milano-Cortina 2026 con i governatori Zaia e Sala e il ministro Salvini. È pensabile che ci si stia preparando al trasloco in Piemonte. Non rimane altro che attendere, forse, la giornata di venerdì per capire qual è la proposta che il Coni ha annunciato di avere in serbo per la provincia di Trento e poi ogni nube potrà sgomberare il campo dal futuro dell’Ice Rink e dell’altipiano di Piné.