Olimpiadi 2026

sabato 26 Novembre, 2022

Nuovo Oval Ice Rink: paure olimpiche, dubbi dei residenti su viabilità e parcheggi

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L’impatto della nuova struttura da 50 milioni e 5900 posti progettata per le Olimpiadi invernali 2026 preoccupa i residenti

Futuro olimpico e post-olimpico dell’Altopiano sono stati al centro del dialogo, l’altra sera a Miola, nell’incontro voluto dall’Asuc e dal Comune di Baselga. Si tratta del primo confronto dopo il voto del consiglio comunale di un paio di settimane fa, che ha approvato il progetto preliminare dell’Oval olimpico.
Anche se il pubblico era ridotto (presenti una trentina di persone, la comunicazione della serata non è stata sufficientemente efficace e fatta solo via chat), il dibattito è stato denso e ricco di spunti, nelle due ore di confronto. La sostenibilità economica futura post-Olimpiade 2026 è stata la questione più dibattuta, con le rassicurazioni del sindaco Alessandro Santuari. La viabilità è stato invece il tema pratico più sentito, che preoccupa i residenti in prossimità dell’impianto. Preoccpuano le strettoie e gli spazi limitati per i parcheggi. «Garantiremo un accesso all’Oval del pubblico senza mezzi propri – ha promesso il sindaco, a fronte delle diverse richieste dei censiti – e probabilmente sarà stabilito un percorso a senso unico girando dal lido verso il palazzo del ghiaccio, con ritorno a valle dalla parte dell’Olympic. Non ci saranno nuovi parcheggi, del resto il nostro altopiano non avrebbe lo spazio per ospitare vetture private per 5.900 spettatori. Solo i mezzi delle tv e dei media potranno parcheggiare, per ovvie ragioni di servizio». Ci sarà anche una vasca di laminazione per le acque bianche, si è detto.
Il sindaco ha presentato ancora una volta il progetto e il piano economico del futuro, prospettando, anche, con l’intervento dell’assessore allo Sport e Attività giovanili Umberto Corradini, rosee prospettive, dovute al radicamento dello sport sull’altopiano. «Abbiamo una storia lunga di pattinaggio e sport sul ghiaccio» ha ricordato Pierluigi Bernardi, appassionato che ha curato anche un libro sulla storia de palaghiaccio, costruito proprio grazie all’Asuc nel 1986. «Forse finora non abbiamo creduto abbastanza nel turismo sportivo» ha chiosato. I tesserati delle 16 associazioni sportive dell’altopiano sono in effetti ben mille, cioè circa il 20% dei residenti pratica sport, quasi il doppio della media trentina, già la più elevata del paese.
Renzo Tessadri, già consigliere comunale qualche anno fa e personaggio noto sull’Altopiano, ha espresso la voce dei contrari all’opera «Gli sport su ghiaccio sono per pochi, lo stadio ci è costato moltissime risorse negli anni e quella di un futuro turismo radioso per il ghiaccio è un’illusione. Dobiamo puntare sul lago e spendere meglio le risorse». Alcune persone hanno anche lamentato un mancato referendum sulla scelta. «Abbiamo ereditato la pratica, era un’occasione storica, i tempi erano strettissimi» ha risposto Santuari.
Perplessità anche per la scarsa ricettività alberghiera pinetana