Rapporti istituzionali

mercoledì 4 Gennaio, 2023

Nuovo ospedale, Music Arena, rifiuti, Ianeselli avverte «Sulla città non decide la Provincia»

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Il sindaco di Trento si rivolge a Fugatti: «Evitare le forzature e fughe in avanti per scongiurare il ripetersi di situazioni paradossali come quella del progetto del nuovo ospedale di Cavalese, che non piace quasi a nessuno»

«Evitare le forzature e le fughe in avanti per scongiurare il ripetersi di situazioni paradossali come quella del progetto del nuovo ospedale di Cavalese, che non piace quasi a nessuno». Così il sindaco Franco Ianeselli commenta la posizione della Provincia, emersa nell’ultima intervista del governatore al «T», riguardo alle numerose partite aperte nel capoluogo: la collocazione del nuovo ospedale, in via al Desert; il nuovo concertone da centomila presenza nell’estate del 2023; e da ultimo l’idea di preferire Trento per la costruzione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti. «Ne faccio una questione di metodo» afferma Ianeselli, mettendo paletti e condizioni all’intesa tra i due che lo stesso Fugatti aveva descritto come addirittura esemplare: «Il rapporto tra me e Ianeselli — sosteneva il governatore — è l’esempio che se tra istituzioni si sgombera il campo dalla politica si possano condividere molti progetti assieme». Il tema però è proprio quello della condivisione, che a dire del sindaco a volte sembra mancare: «Dobbiamo evitare che si ripeta quel meccanismo già noto per cui si lancia l’idea e poi tutti gli altri si devono adeguare. È stato così per il concerto di Vasco, e non vorrei che si ripetesse la stessa cosa ora con la suggestione di questo nuovo concerto da centomila persone da organizzare per la prossima estate. La città non può subire le decisioni che vanno condivise proprio in virtù di quel buon rapporto tra istituzioni di cui parla Fugatti». E tra istituzioni si collabora anche grazie ad atti formali che definiscono i rapporti in modo trasparente: «C’è stato il protocollo sui rifiuti — ricorda Ianeselli — e poi quello urbanistico di luglio siglato tra Comune di Trento e Provincia, che impegna a una condivisione su vari temi, tra cui la collocazione del nuovo ospedale e la destinazione finale dell’area di San Vincenzo di Mattarello». Su quest’ultimo punto il protocollo lascia proprio al confronto tra le due amministrazioni l’individuazione della soluzione. Ecco il riferimento testuale: «Per l’area San Vincenzo sarà poi rilevante condividerne le modalità di utilizzo per le finalità culturali, di intrattenimento e sportive in modo da integrarla al meglio nel contesto cittadino e qualificarne la conoscibilità nel contesto extralocale». Forte di questo, messo nero su bianco, il sindaco chiede che «non si facciano proposte senza considerare il coinvolgimento della città»: «Anche perché la città deve rispondere anche alle esigenze del Calcio Trento, con la collocazione di due campi sportivi, e al Piano urbanistico che prevede per quell’area strutture sportive leggere e verde pubblico. Il tutto è compatibile anche con un’area per i concerti, ma parliamone assieme, senza che nulla sia calato dall’alto, nemmeno come ipotesi. Perché poi, quando il grande nome è stato fatto, chi solleva dubbi passa subito per “gufo”».
Il tema più attuale è però quello della collocazione del nuovo ospedale. Sul passato è stata fatta tabula rasa e si parte con un nuovo progetto. Ianeselli ha chiesto rapidità ma anche attenzione. Il Comune di Trento ha individuato da anni come destinazione via al Desert. Oggi, di fronte alla chiusura col passato, molti portatori di interesse hanno chiesto sia considerata anche la posizione di San Vincenzo di Mattarello. Fugatti ha però tagliato corto, mentre Ianeselli si è detto pronto a ragionare sul punto, purché con rapidità. Il presidente della Giunta provinciale ha quindi rimproverato al sindaco di voler cambiare idea, e perdere tempo. Secca la risposta del primo cittadino: «Non chiedo di perdere tempo, perché basta qualche settimana per il confronto che chiedo. Il Prg del Comune lo prevede al Desert, ma c’è chi crede sia meglio valutare anche altro, tra cui autorevoli esponenti del mondo della sanità e degli ordini professionali. E io credo che non possiamo dare nulla per scontato e riproporre una zona solo perché è stata scelta ormai dieci anni fa. In dieci anni, è vero, sono cambiate tante cose: allora non c’era nemmeno la Scuola di medicina che andrebbe collocata vicino al nuovo ospedale».

E aggiunge: «Nel 2018, quando è stato sottoscritto il protocollo sulla circonvallazione ferroviaria, non sono state adeguatamente spiegate alla città le pur giuste ragioni della scelta della sinistra Adige, con le conseguenze che tutti sappiamo. Anche sul nuovo ospedale — osserva — è mancata finora una discussione pubblica capace di suffragare le scelte con evidenze e argomenti persuasivi. Perché della collocazione non devono essere convinti solo la Provincia o il Comune, ma anche chi l’ospedale lo farà vivere, medici in primis. Condividere con loro e con tutta la città le ragioni di una scelta, mettere a confronto i pro e i contro delle due localizzazioni — conclude il sindaco — aiuta ad avere dalla propria parte la forza del consenso, che è fondamentale per portare avanti i progetti».