fauna selvatica

sabato 17 Maggio, 2025

«Non toccare i piccoli di cervo e capriolo, una semplice carezza può condannarli», il monito del Servizio Faunistico

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Il contatto umano lascia un odore che rischia di allarmare la madre, spingendola ad abbandonare definitivamente il piccolo
Nella tarda primavera, passeggiando nelle aree verdi, può capitare di imbattersi in piccoli di cervo o capriolo immobili tra l’erba alta, apparentemente soli. È una scena che intenerisce, ma che può trarre in inganno. Questi animali non sono abbandonati: le madri si allontanano solo per cercare cibo, lasciandoli nascosti e protetti dalla vegetazione, dal loro manto maculato e dall’assenza di odore. Intervenire, anche solo per una carezza o per spostarli in un presunto luogo sicuro, può spezzare questo equilibrio delicatissimo. Il contatto umano lascia un odore che rischia di allarmare la madre, spingendola ad abbandonare definitivamente il piccolo. È un gesto che può sembrare affettuoso, ma che equivale a una condanna.
Il Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento invita tutti – cittadini e turisti – a non interferire. Se si incontra un piccolo, bisogna allontanarsi senza fare rumore, senza calpestare l’erba nei dintorni. I cani devono essere sempre tenuti al guinzaglio: un animale libero può disturbare, ferire o addirittura uccidere i piccoli nascosti. Se l’animale appare ferito, l’unico comportamento corretto è chiamare la Stazione forestale di zona, i guardiacaccia o il numero unico 112, senza improvvisare interventi.
Anche le attività agricole richiedono la massima attenzione. Nei mesi in cui nascono i piccoli, i prati scelti dalle madri per il parto coincidono spesso con quelli da sfalciare. Per limitare il pericolo di ferire i selvatici, è fondamentale cambiare approccio: procedere con lo sfalcio dal centro verso l’esterno dà agli animali nascosti una possibilità di fuga. È una precauzione semplice, ma può fare la differenza tra la vita e la morte.