Politica
venerdì 9 Maggio, 2025
Nomina di Giacomo Bernardi a giudice del Tar: le opposizioni denunciano metodo e merito della scelta. «Si ripensi la decisione»
di Redazione
La nomina è stata approvata con il solo voto della maggioranza

Le forze di opposizione in Consiglio provinciale hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa per denunciare la nomina dell’attuale difensore civico Giacomo Bernardi a giudice del TAR di Trento, approvata ieri con il solo voto della maggioranza. Una scelta che solleva profonde perplessità sia nel metodo che nel merito, e che viene giudicata da più voci come un grave strappo istituzionale.
Francesco Valduga ha evidenziato che «Ci troviamo davanti a due problemi. Il primo è il metodo: ci era stato assicurato che ci sarebbe stata una concertazione, ma il nome è stato comunicato solo due ore prima della votazione. Il secondo è il merito: la nomina di Bernardi, attuale difensore civico, su cui si era trovato un punto di equilibrio tra maggioranza e minoranza, è stata strumentalizzata. La maggioranza ha mostrato che quell’accordo non contava nulla. La scelta sembra rispondere più al destino personale che al bene della comunità. Inoltre, Bernardi non ha ritenuto di avvisare le minoranze che pur avevano permesso la sua nomina a Difensore civico: un silenzio che solleva interrogativi sullo spessore etico di chi va a ricoprire un ruolo così delicato».
Lucia Coppola ha parlato di «scarsissimo rispetto non solo per l’Aula, ma soprattutto per i cittadini. Questo modo di procedere ci impone di prendere pubblicamente le distanze. La mancanza di spiegazioni e la gestione ad personam delle nomine rendono evidente il carattere antidemocratico di questo sistema».
Filippo Degasperi ha sottolineato: «Avevamo già detto che Bernardi non era adatto al ruolo di difensore civico. Ora viene spostato in un ruolo ancora più inadatto. Sarà un giudice che si troverà in conflitto con colleghi e comuni su cui ha già avuto un ruolo attivo, e ci sono anche pendenze giudiziarie come la questione Trento Rise. Ci aspettiamo che si dimetta subito dal ruolo di difensore civico».
Alessandro Manica ha ricordato come in Aula sia stato usato l’aggettivo “schifo” per descrivere la situazione: «Star vicino al Presidente paga, e paga bene. Siamo davanti all’ennesimo caso di spartizione di potere, in cui il curriculum conta poco o nulla. L’auspicio è che da Roma arrivi una valutazione seria».
Andrea de Bertolini ha infine messo in guardia sul valore istituzionale della nomina: «La scelta ha un contenuto politico e partitico, non istituzionale. Il TAR è un organo che deve garantire autonomia e indipendenza. Il modo in cui si è proceduto mina la fiducia dei cittadini nella giustizia amministrativa. Stiamo assistendo all’introduzione dello spoil system anche nella magistratura».
Le opposizioni, unite nel giudizio critico, hanno chiesto un ripensamento sulla nomina, a tutela della trasparenza istituzionale e dell’indipendenza della giustizia. Al termine della Conferenza stampa hanno annunciato la presentazione di una mozione con il fine di riportare il dibattito all’interno dell’Aula.
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