domenica 18 Maggio, 2025

Niko, da studente a mago dei cellulari a Trento: «Nel mio negozio 30 anziani al giorno»

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L’informatico, 34 anni, è arrivato dieci anni fa dall’Albania per frequentare l’università: «C’è chi piange per il telefono rotto»
Niko Guri

«Finché il telefono rimase legato al filo l’uomo rimase libero». È questa la frase che accoglie i clienti nel negozio «Smartcom mobile riparazioni» di Niko e Kristian Guri. Sul suo significato torneremo in questa intervista. Prima, però, introduciamo l’intervistato: Niko Guri, 34 anni, di origine albanese, tecnico informatico e da dieci anni titolare del negozio di via Malfatti. Durante l’intervista più volte le persone lo riconoscono e si fermano a salutarlo calorosamente. Dice di essere innamorato di Trento, che ora sente come la sua casa e la sua città più dell’Albania. Un amore che, a tutti gli effetti, sembra essere corrisposto.

 

Niko Guri, il suo negozio ha compiuto dieci anni di recente. Nel 2015 era il primo negozio di riparazioni veloci della città. Ci racconta come è nato il suo lavoro?
«È iniziato tutto nel 2009, quando sono venuto a Trento dall’Albania per frequentare la facoltà di Informatica. Per mantenermi ho iniziato a lavorare sin da subito. All’epoca ero dipendente della Mediaworld e lavoravo nel reparto telefonia. Mi resi presto conto che se qualcuno aveva bisogno di assistenza doveva aspettare intere settimane. Mi dicevo che non era possibile che i clienti rimanessero senza telefono per più di un mese per qualcosa di facilmente risolvibile. Così ho iniziato a effettuare le riparazioni lavorando da casa. Dopo qualche anno ho aperto una mia attività in centro e, nel 2015, mi sono spostato in via Malfatti».

 

Quando nel 2009 è giunto qui in città, come si è trovato?
«Mi sono innamorato della città fin dal primo giorno. Quando ho aperto il mio primo negozio l’ho fatto con un sogno: quello di diventare un punto di riferimento per le persone di Trento che hanno bisogno di assistenza per il proprio computer o telefono. È un obiettivo che ho abbastanza raggiunto, anche se c’è ancora molto da fare. La mia soddisfazione più grande è sentire le persone che, di fronte a un problema tecnologico, dicono subito di recarsi in via Malfatti».

 

Qual è il pregio più grande di Trento?
«Per me è la gente. Molti dicono che in Trentino ci sono persone fredde, un po’ razziste e chiuse. Invece per me ciò che mi lega di più con la città è proprio la gente. Sono arrivato al punto che quando rientro dall’Albania e torno qui mi sento a casa. Con i clienti che vengono in negozio si costruisce qualcosa che va ben al di là di una singola riparazione».

 

E qualche difetto secondo lei ce l’ha la città?
«Io personalmente non ho alcun problema. Vivo in Bolghera e lavoro qui in via Malfatti. Sono zone tranquille e serene. Per mia natura sono molto aperto e mi sono trovato veramente bene. Trento ormai è la mia città».

 

Quali sono le cose che chiedono maggiormente i clienti?
«Il negozio opera su due aree. Da una parte c’è l’assistenza, che noi forniamo sia ai privati che alle aziende. Dall’altra parte ci sono gli anziani, che sono una parte del cuore del negozio. Credo che arrivino almeno trenta anziani al giorno. Si sentono soli, magari non hanno figli o nipoti e tante cose non le sanno perché fanno parte di un’altra generazione. Cerchiamo sempre di aiutarli per come possiamo. Prima del Covid avevamo avviato un corso chiamato “anzi-smart” proprio per aiutare queste persone a orientarsi in un mondo sempre più tecnologico. Con la pandemia il corso si è fermato, ma mi piacerebbe riproporlo. Un servizio che abbiamo aggiunto da inizio anno è quello di andare noi nelle case, aiutando così gli anziani e non solo a fare le piccole cose quotidiane, come il collegamento della stampante o la loro configurazione. Abbiamo una persona nel team che si occupa proprio di questo servizio».

 

Cosa contraddistingue il vostro lavoro?
«Tante persone rimangono stupite per la velocità con cui ripariamo i telefoni e i computer. Penso che circa il 95% delle cose le ripariamo entro un’ora».

 

Lei opera nel settore ormai da sedici anni. Come sono cambiati il lavoro e i clienti in questi anni?
«Il lavoro è cambiato moltissimo e sta continuando a cambiare. Facciamo sempre molta formazione e ci aggiorniamo di continuo. In questo ci aiuta l’esperienza maturata in tutti questi anni. Per quanto riguarda i clienti, ciò che vedo è che le persone sono sempre più staccate dal mondo reale. Anche se il 95% delle cose le ripariamo entro un’ora abbiamo i clienti che ci chiedono: “E io cosa faccio in quest’ora?”. Le persone a volte arrivano in negozio piangendo dalla disperazione perché il loro telefono si è rotto e alcune ci raccontano di non aver dormito tutta la notte. È una cosa che fa impressione. A esserne coinvolti maggiormente sono soprattutto gli anziani e i giovani. La fascia media un po’ meno. Poi qualche segnale positivo c’è: nella generazione più giovane vedo una minima tendenza a distaccarsi. Ci sono 18-19enni a cui dico di ripassare tra un’ora che mi rispondono: “Ah no tranquillo, vengo domani”. Sono piccoli segnali che fanno piacere: mi piace moltissimo vedere dei giovani che non sono legati al telefono».

 

I suoi obiettivi per il futuro?
«Vorremmo specializzarci anche sui sistemi di allarme e di sicurezza, cercando così di offrire un servizio in più ai nostri clienti e alla città. Poi mi piacerebbe avvicinarmi un po’ di più alle valli, anche se il mio cuore rimane sempre qui a Trento. Offriamo molti servizi gratuiti: aiutiamo i genitori con i minorenni per la loro sicurezza, abbiamo sempre offerto assistenza alle persone, prevalentemente donne, che sono vittime di stalking. Ci sono tanti casi in cui i telefoni vengono controllati attraverso dei software installati di nascosto. In tutti questi casi diamo tanti servizi gratuiti. Questo è sempre stato il nostro punto di partenza. Amo questa città e la prima domanda che mi pongo è: io a questa città cosa posso dare?».