Commercio

mercoledì 4 Gennaio, 2023

Natale positivo, saldi a basso budget.

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I clienti e i turisti fanno i conti con un cambio nel tetto di spesa. Strategie diverse tra i negozi locali e le grandi catene. Bene chi si occupa di articoli sportivi

«Le svendite sono giochi da grandi catene – dichiara Annalisa Bonadiman, titolare del negozio di calzatura Povolo in Galleria Legionari – I “salti” repentini da un prezzo all’altro non sono realizzabili per noi piccoli commercianti. In questo senso siamo limitati nella strategia rispetto alle grandi aziende». Oltre ai più noti marchi esteri di scarpe per adulti, il negozio vende molta calzatura da bambino, prodotta nei calzaturifici delle Marche. «Molti in quella regione hanno chiuso e i loro spazi sono stati occupati dai grandi brand». Le chiusure non sono però estranee al Trentino. Il 2022 ha visto la fine di attività storiche come il vicino negozio di calzatura Leonardi dove la titolare, Miriam Antoniacomi, tira le somme sui trend negativi che investono i piccoli esercenti: «Dopo il Covid abbiamo visto un cambio radicale dovuto ad internet e alle vendite online. La gente sta perdendo il concetto della “cosa particolare”, della “specializzazione”. Le persone magari camminano male e non sanno perché. Noi offrivamo la miglior soluzione alle esigenze del cliente».
Ci sono in atto quindi cambiamenti nel «consumatore-cittadino medio» che riguardano certo le abitudini ma anche il tetto di spesa. Tanti negozianti hanno notato una certa cautela dei clienti nello shopping. «Il Natale è andato bene ma non ancora ai livelli del pre-Covid», spiega Danilo Valandro, del negozio Pull Love Firenze (franchise). Secondo lui l’abbigliamento avrebbe sofferto molto e la «prudenza» degli acquirenti sarebbe riconducibile all’incertezza dell’andamento dei costi e quindi delle bollette. I turisti, poi, sarebbero più inclini a spendere per fermarsi a mangiare che per lo shopping nel senso stretto del termine.
Il commercio però non si ferma e il negozio, così come molti altri, ha dato inizio ai saldi il 2 gennaio, offrendo sconti dal 30 al 50%. «Per ora c’è calma. Forse la partenza degli sconti è stata pubblicizzata troppo poco dai media». Anche il settore dei giocattoli è già partito con gli sconti il 2 gennaio. Lo storico negozio Italo (in attività dal 1938) ha dato il via alla stagione dei saldi proponendo il 30% su tutti gli articoli a partire da una spesa di 20 euro dopo un Natale, prendendo come riferimento il periodo che va da ottobre a dicembre, andato bene e quindi con poche giacenze, anche se leggermente meno proficuo dell’anno precedente. La titolare, Fabiana Bertoluzza, spiega le ragioni del cambiamento: «Il budget è cambiato. Si arriva talvolta ad un tetto di spesa di 20 euro. Una volta questo sarebbe stato impensabile. Indubbiamente poi anche l’influenza ha avuto un suo impatto sull’affluenza». Ritroviamo anche qui tra i motivi citati le nuove abitudini, diffuse in particolari tra i trentenni e i quarantenni, a rivolgersi al mondo digitale per i propri acquisti. «Quello che noi offriamo, e l’online non può dare, sono il consiglio e il rapporto umano. Io qui sono “psicologa” per i clienti e loro per me», conclude sorridente l’esercente.
Tra i marchi a grande distribuzione lo scenario sembra avere tinte diverse. Intimissimi, dopo un periodo festivo «in crescita», ha già iniziato i saldi con svendite che vanno dal 30 al 50% e promozioni 3+1 sulla maglieria non scontata. «Ci aspettiamo un piccolo calo “fisiologico” dopo la fine dei mercatini», ha precisato la responsabile del punto vendita Roberta Brignoli. Non sono invece partiti i grandi marchi di abbigliamento outdoor come Sportler che ha registrato un biennio decisamente positivo. «Iniziamo il 5 gennaio (domani, ndr). L’attesa e la domanda sono importanti. La stagione sta andando bene nonostante queste svendite inizino con climi piuttosto caldi», dichiara Luca Bonfante, responsabile del negozio. La pandemia avrebbe dato al settore una spinta che ha permesso aumenti nelle vendite fino al 20% negli anni 2021 e 2022, definiti «eccezionali». Dopo un Natale «in pareggio» ci si aspetta di tornare nei ranghi delle tendenze pre-pandemia.
Ci sono poi i negozi ad «alto target» come Benetton, dove la squadra della responsabile Marta de Paolis si è già attivata per impostare l’esposizione della merce (si parla di tremila metri quadrati di articoli), guardando in avanti fiduciosa. Andiamo quindi verso un centro storico «a tutta griffe? Secondo Gabriella Capuzzo, titolare dell’omonima Profumeria, ci sarebbero troppi negozi sfitti e il centro storico avrebbe perso attrattiva. Si punterebbe troppo su settori come lo sport, tralasciando il resto. La negoziante lancia un appello all’amministrazione comunale: «Dobbiamo ricreare un centro storico diversificato e specializzato in diverse attività, nonché realizzare un tessuto urbano coinvolgendo i giovani». Vilma Tomasi, titolare del negozio di abbigliamento Vilma, rileva però le enormi difficoltà cui devono fare fronte oggi i giovani esercenti, soprattutto a causa degli affitti proibitivi. Nota anche una certa resistenza ad adattarsi alle nuove esigenze come le aperture nei festivi. «I turisti si sorprendono a vedere tutto chiuso. Mi chiedono se qui a Trento siamo tutti ricchi», conclude ironicamente Vilma.