Il ricordo

mercoledì 22 Marzo, 2023

Moser, parla l’eterno rivale Saronni: «Francesco vinse anche grazie ai medici»

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Le parole dello sfidante degli anni '80: «È stato l'unico, all'epoca, a ricorrere a certi metodi»

Ci sono rivalità che non finiscono mai. Una di queste è quella tra Francesco Moser, tornato alla ribalta, a 71 anni, con un nuovo fidanzamento e tra Beppe Saronni. Un lungo duello che ha avuto sempre un chiaro vincitore: il corridore di Giovo. Saronni, intervistato dal Corriere della Sera, ha lanciato una serie di dardi avvelenati: «A fine carriera Francesco – ha detto riferendosi alla “seconda giovinezza” di Moser è stato il primo e in quel momento l’unico a far ricorso a una certa scienza, di cui disponeva in modo esclusivo. La bici con cui ha battuto il Record dell’Ora era un siluro che pochi anni dopo venne vietato perché dava vantaggi enormi. Per tacere del resto».

Il «resto» non sarebbe altro che l’uso di pratiche mediche, tra cui le trasfusioni di sangue. All’epoca consentite. «Un sistema – prosegue sempre Saronni – che il famoso professor Conconi offriva solo a lui: io e gli altri i suoi vantaggi li abbiamo subiti. Nel 1983 quando vinsi il Giro mi disse che era troppo vecchio e si sarebbe ritirato. Poi ha accettato il progetto del Record con innovazioni che non si sono rivelate sempre positive». E ancora: «Con Moser ci beccavamo su tutto. Aveva uncarattere impossibile anche con i suoi gregari che ancora adesso sono troppo educati per raccontare quanto venivano sfruttati e bastonati se non si sfiancavano per lui. Ma la gratitudine non è mai stata il suo forte. Francesco ha vinto il suomondiale a SanCristobal, in Venezuela, nel 1977. In quella corsa io. che ero passato professionista da poco mi sacrificai per lui, come mi aveva chiesto il grande Alfredo Martini che dirigeva la nazionale. Pochi giorni dopo, al Giro del Lazio, eravamo in fuga io, lui e Felice Gimondi. Pensate mi abbia ricambiato il favore? No, pensò solo a vincere». Con difficoltà, ma arrtiva anche qualche complimento: «Moser da corridore aveva una forza di volontà e una caparbietà mostruose  – conclude Saronni – io avevo più talento di lui ma vincevo solo quando ero in forma. Lui quando voleva».