Il caso
giovedì 26 Dicembre, 2024
Morte con giallo a Civezzano: trovato agonizzante in casa, deceduto in ospedale. La Procura apre un’inchiesta
di Benedetta Centin
Alessio Pedrotti, artigiano e macchinista per diversi teatri, si è spento venerdì 20 dicembre all'ospedale Santa Chiara

Trovato riverso in fondo alle scale di casa, ferito, sanguinante, in gravi condizioni, Alessio Pedrotti è morto a distanza di giorni all’ospedale di Trento. E ora la Procura ha aperto un’inchiesta e fatto eseguire l’autopsia per fare chiarezza sulla tragedia. Per riuscire a dare un senso.
L’uomo, professione artigiano, viveva da solo a Barbaniga di Civezzano: cinquant’anni compiuti a maggio, era padre di famiglia. Era stato macchinista al teatro Santa Chiara di Trento, in precedenza allo Stabile di Bolzano, e nel tempo aveva maturato collaborazioni anche come aiuto costruttore e attrezzista per alcuni film e ulteriori teatri d’Italia. Era anche un appassionato di montagna, di arrampicata: un grande sportivo. Si è spento venerdì 20 dicembre al Santa Chiara di Trento, dove era stato accolto in terapia intensiva. Per la disperazione di chi gli voleva bene, in primis della famiglia con i tre amati figli. Grande il dolore per la perdita. Al momento senza una spiegazione, soltanto ipotesi. Supposizioni.
La ricostruzione
A dare l’allarme, domenica 15 dicembre, erano stati proprio alcuni familiari. In particolare il figlio più grande, poco più che maggiorenne, assieme all’ex moglie dell’uomo. Il cinquantenne non rispondeva al telefono e il ragazzo, accompagnato dalla madre, si era presentato a casa del genitore per accertarsi che fosse tutto a posto. Ma così non era.
L’artigiano è stato trovato in condizioni critiche in fondo alle scale di casa a due piani. Scale con finiture in ferro che aveva costruito in parte con le sue mani, come molto altro in quell’abitazione, lui così abile a lavorare legno e altri materiali. Quella scala che capitava anche usasse per allenarsi. Quando è stato soccorso era sanguinante e copiose tracce erano presenti anche sugli scalini, come se si fosse trascinato. Sul corpo almeno una ferita. Gli operatori sanitari sono intervenuti tempestivamente e hanno provveduto a trasferire d’urgenza il cinquantenne all’ospedale Santa Chiara di Trento, ma nonostante le cure è sopravvissuto meno di una settimana.
Le indagini, le ipotesi
La sera del rinvenimento erano convogliati nella casa di Barbaniga anche i carabinieri che hanno effettuato rilievi per cercare di ricostruire i fatti, a caccia di elementi, di oggetti, capaci di dare una spiegazione plausibile all’accaduto. E sono scattati anche i sigilli nell’immobile, su mandato della Procura. Gli stessi carabinieri hanno sentito anche le persone vicine a Pedrotti, anche chi lo ha visto l’ultima volta. Quando si era presentato al bar con due amici – hanno raccontato i testimoni – si era mostrato in forma, per quanto qualche giorno prima avesse avuto dei problemi, dei malesseri. Ma quindi cos’è successo quando è rientrato a casa? Si è forse ferito accidentalmente ed è caduto dalle scale per poi trascinarsi fino all’ultimo scalino? E se è stato un incidente come è potuto succedere? Tanti i quesiti che attendono risposte. E certo gli inquirenti non possono escludere nulla al momento: devono prendere in considerazione tutti i possibili scenari.
Funerale da celebrare
Risposte sono attese dal medico legale che martedì, vigilia di Natale, ha effettuato l’autopsia su delega del pm titolare dell’inchiesta. Il fascicolo aperto ipotizzerebbe l’omicidio come da prassi, così da poter procedere con l’esame autoptico. Passaggio obbligato, questo, per risolvere il giallo. Nelle prossime ore lo stesso magistrato potrebbe rilasciare il nullaosta ai parenti per la sepoltura del loro caro.
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