L'intervento
domenica 27 Novembre, 2022
di Donatello Baldo
«Nulla da dire sull’idea di bonificare l’area dell’Alumetal e immaginare lì un nuovo insediamento produttivo». L’ex assessore allo Sviluppo economico e attuale consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi non vuole essere frainteso e nemmeno apparire come l’oppositore ideologico a ogni proposta che arriva dalla giunta Fugatti. Ha apprezzato l’impegno dell’assessore Achille Spinelli che — ieri su queste pagine — spiegava come si sia deciso di impegnare 30 milioni per ripristinare l’area a sud di Mori per eventuali nuove fabbriche. «Spinelli afferma anche che lì non andrà nessun nuovo centro commerciale, e su questo chiederò un impegno ancor più forte perché la zona è prelibata. Siamo all’uscita di un casello autostradale e lì, se andrà in porto il progetto, arriverà anche la Valdastico nell’ipotesi di uscita a sud».
Ma Olivi avanza comunque delle perplessità sulle intenzioni della giunta, e chiede trasparenza: «A iniziare dal sollecitare nuovamente, dopo averlo fatto anche rivolgendomi al presidente del Consiglio provinciale, una riposta alla mia interrogazione dello scorso aprile. Chiedevo conto dell’accordo con la Pro-Gest, una delle aziende leader nel mercato della carta, la stessa che possiede anche la cartiera di Villa Lagarina».
Nel marzo scorso, infatti, Trentino sviluppo pubblicava un bando per raccogliere manifestazioni di interesse circa l’area ex Montecatini. A fronte di una proposta di insediamento industriale con investimento privato di almeno 50 mila euro e con l’impegno alla creazione di cento nuove unità lavorative, la stessa Trentino sviluppo si sarebbe fatta carico della bonifica dell’area. «Una manifestazione di interesse, e lo so perché feci un accesso agli atti — spiega Olivi — arrivò. Ed era quella della Pro-Gest, un’azienda — ripete Olivi — affidabile e rinomata, sensibile ai temi ambientale e della sicurezza sul lavoro».
Ma da lì in poi, non si sa più nulla: «Trentino sviluppo aveva un mese per presentare una bozza di protocollo. So che l’azienda chiedeva anche la realizzazione dei collegamenti stradali, so anche che voleva una autorizzazione per la costruzione di un impianto di smaltimento dei rifiuti, questioni che forse hanno fatto desistere la Provincia dal concludere l’accordo. In ogni caso — continua il consigliere dem — c’è bisogno di trasparenza. Quella che fin qui non c’è stata, e temo che l’accordo sia saltato. Peccato».
A questo punto sorge spontanea una domanda: «Se la bonifica era legata a questa operazione, ora la si fa a prescindere? Senza avere un’azienda interessata ad investire? Non sono contrario — ripete Olivi — ma allora perché non è stata inserita nel Pnrr questa operazione di ripristino?».
Spinelli spiegava ieri che i finanziamenti europei su questo capitolo sono destinati a realtà più piccole. «A me risulta — afferma invece Olivi — che il bando del Pnrr sulle bonifiche sia legato alla presenza contestuale di progetti di reindustrializzazione. Ecco perché Trentino sviluppo aveva cercato imprese pronte a investire, così come previsto dal Pnrr. Insomma — conclude Olivi — qualcosa è andato storto, e vorremmo sapere cosa».