CITTà

giovedì 12 Gennaio, 2023

Monopattini: a Trento 46 incidenti nel 2022

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I dati forniti dal comandante della Polizia locale Sattin mostrano come in città i piccoli veicoli elettrici senza targa stanno diventando causa di sinistri stradali. Al forum della mobilità urbana voluto dal Comune ieri si è ragionato anche della possibilità di sostituire il bike sharing con l’affitto di bici elettriche con app dedicate

Finora sembravano un problema soprattutto per la sosta selvaggia e per le acrobazie ai limiti del codice della strada, se non oltre. Ma ora quello che è un simbolo della cosiddetta mobilità dolce si rivela anche essere causa di incidenti, anche con feriti. Lo ha detto ieri il comandante della polizia locale di Trento Luca Sattin durante il quarto forum sulla mobilità che si è tenuto nella sala Falconetto di palazzo Geremia. La discussione è stata molto articolata e ha affrontato vari argomenti, dalla mobilità dolce al bike sharing che dovrebbe evolversi come free floating, un po’ sull’onda di quello che accade proprio per i monopattini, dal limite di 30 chilometri orari in città agli incidenti urbani. Il comandante si è soffermato proprio sugli incidenti in città disegnando una mappa delle strade più pericolose, che sono l’asse di via Brennero e la tangenziale, e poi auspicando l’adozione di un piano per la sicurezza stradale di Trento. Il comandante Sattin ha detto che c’è stato un lieve calo degli incidenti rispetto agli anni 2018 e 2019, ma ha aggiunto anche che la media annua degli incidenti è ancora alta: sui 670, 680 all’anno. Ai quali si devono aggiungere quelli rilevati dai carabinieri, che però sono pochi in proporzione media le vittime sono due all’anno. Il comandante ha a detto che le strade più interessate sono le statali «soprattutto la Gardesana, la Valsugana e la statale dell’Abetone. La velocità, le mancate precedenze e il mancato rispetto della distanza di sicurezza sono le cause principali». Il comandante ha spiegato che nel territorio cittadino non sono tantissimi gli incidenti. Adesso, però, si aspetta di vedere i dati completi di un periodo sufficientemente lungo dell’asse di via Brennero, dove sono stati installati i semafori intelligenti e un autovelox poco prima del ponte di Lavis. Sattin ha spiegato: «Di solito, per esperienza, posso dire che dove ci sono le telecamere calano gli incidenti. Vedremo anche il dato dell’autovelox che lunedì entrerà in funzione all’uscita della galleria di Martignano in direzione Trento che è un altro punto critico». Il comandante ha anche detto che si deve fare un piano che individui i punti più critici per poi prevedere quattro tipi di interventi, che vanno da quelli strutturali a quelli educativi. L’obiettivo è ridurre entro il 2030 a ridurre almeno del 50% le vittime.
Ma il dato fornito da Satin che ha colpito di più è quello degli incidenti con i monopattini, come spiega l’assessore Ezio Facchin: «Dal dibattito è emerso un dato che mostra come gli incidenti in monopattino nel corso del 2022 siano stati tanti. Dobbiamo riflettere su questo punto. Il traffico su monopattino ha due momenti critici: la sosta che spesso è selvaggia e va gestita e la marcia che è difficile da controllare perché questi mezzi non sono dotati di targa. Certo il numero degli incidenti è notevole».
Il forum di ieri ha proprio affrontato il tema della mobilità dolce e durante la discussione si è parlato anche di ampliare l’esperienza del free floating, ovvero la modalità con cui si prende in affitto da una società privata il monopattino anche per brevi tragitti usando una app sul cellulare per poi lasciarlo nel luogo in cui si arriva, anche alle biciclette elettriche, sull’onda di quello che accade in molte città italiane come Firenze ad esempio. In questo modo si dovrebbero evitare gli inconvenienti cui si è andati incontro con il car sharing. In questo caso, infatti, la bicicletta è di proprietà dell’ente pubblico e non è dotata di sistemi che ne possano permettere il recupero a fine corsa, se viene abbandonata lontano dagli stalli dedicati. L’assessore Facchin spiega che ancora nulla è deciso: «Diciamo che ci sono ancora diversi punti di vista. Oggi abbiamo sentito l’esperienza di Bolzano. Nelle sedute precedenti abbiamo analizzato le esperienze di Mantova e Reggio Emilia. Ancora qui da noi non è stata presa alcuna decisione, però a breve, in febbraio, il Pums (piano urbano della mobilità sostenibile) andrà in Consiglio comunale e poi si vedrà quali soluzioni adottare».