Alle Albere

sabato 29 Aprile, 2023

Molestate al concerto del 25 aprile: la denuncia

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Le attiviste di Non una di Meno: «Abbiamo deciso di non rimanere in silenzio. Guai a chi ci tocca»

«Il 25 volevamo essere libere davvero», questo lo slogan che campeggia sul post con cui Non una di meno Trento denuncia quanto successo nel corso del concerto organizzato alle Albere in occasione della Festa della Liberazione e poi lancia un monito: «Guai a chi ci tocca». Le attiviste raccontano: «La sera del 25 aprile, durante il concerto alle Albere, siamo state molestate. Mentre ballavamo nella folla, sottopalco o più distanti. Mentre eravamo da sole, con le persone o la persona che amiamo, tra i nostri affetti. Mentre ci credevamo al sicuro, in uno spazio che doveva essere consapevole. Che doveva essere nostro. Mentre ci sentivamo libere».

Le prime denunce erano compare sulla pagina instagram di Spotted Unitn. «Spotto i molestatori che ci hanno fatto passare la voglia di festeggiare il 25 aprile al concerto alle Albere e che ci hanno costrette ad andare a casa» ha scritto un utente anonima. «Spotto la libertà perduta proprio il 25 aprile. Anche io sono stato, come molti presenti, vittima di tutti quei gruppetti che hanno fatto di tutto per rovinare un momento di festa, costringendoci a lasciare il concerto», ha scritto un altro. «Per molte di noi, rimanere al concerto è stato impossibile – riassume Non una di Meno -. Siamo state noi a doverci allontanare, in cerca di aria. Piene di rabbia, di sopravvivenza, siamo state noi a difenderci l’un l’altra o da sole, quando è stato possibile». Sono state proprio le attiviste di Non una di meno Trento a raccogliere poi le denunce nel corso di un’assemblea pubblica e a pubblicare un form online dove tutti possono raccontare quello che è successo.

«Non è la prima violenza che subiamo – scrivono da Non una di meno -. Non è la prima molestia che riceviamo in un luogo pubblico. Questa volta noi parliamo, perché ne abbiamo bisogno. Questa volta abbiamo deciso di non rimanere in silenzio». La promessa delle attiviste è che: «Questa volta è l’ultima volta. L’ultima volta a non sentirci libere negli spazi pubblici a cui abbiamo diritto, a non poterci esprimere, a non poterci ribellare come abbiamo sempre fatto. A noi spetta ogni millimetro, ogni strada, ogni parco, ogni piazza, ogni mezzo pubblico, ogni aula di università. Ci riprenderemo tutti i nostri spazi, insieme, a modo nostro e la terra tremerà». Non una di meno Trento ha poi rilanciato un’assemblea pubblica che si svolgerà giovedì 4 maggio alle Albere.

Dopo le denunce è arrivata anche la risposta degli organizzatori dell’evento. «Siamo venuti a sapere che, durante il concerto, sono avvenuti alcuni episodi di molestie contro ragazze e ragazzi e furti», scrive Arci del Trentino. «Abbiamo speso mesi a organizzare una festa che fosse il più possibile aperta e inclusiva – continua Arci del Trentino -. L’abbiamo voluta come sempre il più possibile accogliente e sicura e ci fa male pensare che per qualcuno possa non esserlo stata. Si tratta di fatti semplicemente intollerabili che ci riempiono di rabbia e delusione. Non vogliamo che episodi del genere accadano mai, tanto meno durante la nostra festa, la festa di tutti e di tutte». Il comunicato si conclude con Arci che esprime «vicinanza sincera a chi ha subito tutto questo» e promette «impegno a incrementare gli sforzi affinché episodi del genere non si ripetano in futuro».