Il convegno

giovedì 10 Novembre, 2022

Mirtilli, crauti, noci, funghi shiitake, radici, canapa: Idm studia il «superfood alpino»

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Cosa mangeremo e berremo nel 2030 e quali cibi rappresentano un’opportunità per l’Alto Adige: queste e molte altre domande sul tema food & drink discusse nella Food Innovation Conference, a Bolzano

Cosa mangeremo e berremo nel 2030? E quali sono i superfood che non provengono da Paesi esotici e che rappresentano quindi un’opportunità per l’Alto Adige? Queste e molte altre domande sul tema food & drink vengono affrontate durante la Food Innovation Conference organizzata da IDM Alto Adige. In quest’occasione, esperti internazionali e altoatesini presentano le ultime tendenze e danno indicazioni su come le aziende locali dell’industria alimentare o della gastronomia possano utilizzarle con successo a proprio vantaggio. Specialità culinarie e innovazioni alimentari, come ad esempio «functional food & drink», completano l’evento e offrono opportunità di networking.
Carne in vitro prodotta in laboratorio da cellule staminali animali, macroalghe nella zuppa e salmone prodotto da una stampante 3D: il futuro della nostra alimentazione è altamente innovativo e tecnologico. Al tempo stesso, continuano ad affermarsi trend come la trasparenza lungo la catena di approvvigionamento, la sostenibilità e la regionalità. Inoltre, si sta facendo sempre più spazio la tendenza verso la salute e il benessere. «In questi sviluppi si cela una grande opportunità per le imprese altoatesine, perché il cosiddetto “superfood alpino” combina tutte queste tendenze», afferma Vera Leonardelli, direttrice del dipartimento Business Development di IDM. Per «superfood» si intendono gli alimenti i cui ingredienti sono considerati particolarmente benefici per la salute, ad esempio per l’elevato contenuto di vitamine, sostanze vegetali secondarie o minerali e fibre. «La domanda di questi prodotti è in costante aumento», spiega Leonardelli. «Non devono però essere necessariamente bacche di goji, semi di chia o quinoa, che devono essere importati da tutto il mondo. In Alto Adige abbiamo alimenti altrettanto sani, con grandi vantaggi come la breve distanza delle vie di trasporto e l’alta qualità».
Tra i superfood che possono essere coltivati in Alto Adige ci sono: la frutta secca, come noci, nocciole e castagne; i semi, come quelli di lino, canapa o olivello spinoso; le varietà di bacche, come mirtilli, lamponi e mirtilli rossi e alcune verdure, come barbabietola e crauti. Inoltre, ci sono funghi shiitake e funghi ostrica, radici o altre materie prime regionali, come erbe, crescione e avena. Per posizionare sin da subito questi prodotti come “superfood alpini”, IDM ha pubblicato una brochure, presentata proprio in occasione della Food Conference. La pubblicazione spiega quali sono i possibili superfood e cosa li rende tali, oltre ai prodotti in cui possono essere trasformati. Ha inoltre l’obiettivo di fornire input ed essere d’ispirazione per le innovazioni di prodotto che, in caso di richiesta, IDM può supportare anche durante la fase di sviluppo.

Il contrasto tra il megatrend del naturalismo e quello della tecnologia è anche al centro dell’intervento del futurista David Bosshart, presidente della fondazione Duttweiler. «Il cibo sta diventando sempre più naturale e, allo stesso tempo, sempre più artificiale. L’alimentazione è sempre più high-tech e legata all’intelligenza artificiale: non abbiamo mai mangiato in maniera così artificiale come oggi. In parallelo, continueranno le tendenze come il locale, la vicinanza, le brevi distanze», afferma Bosshart. I funghi saranno, passo dopo passo, uno dei grandi temi che potrebbero diventare più di un semplice superfood, anche culinario o per una facile produzione di massa. La carne continua comunque a svolgere un importante ruolo come bene più emozionale e di qualità, perché ha avuto un impatto duraturo sul nostro senso di benessere. «La questione ora è come affronteremo i sostituti della carne, le proteine alternative e la carne in vitro, che cosa è realistico e che cosa è più un hype», dichiara Bosshart.

Nel suo intervento, Stefano Lattanzi mostra i progressi già compiuti nella produzione artificiale di carne e di fonti proteiche alternative. Analizza inoltre le sfide e le opportunità di questa nuova tendenza e offre una panoramica dello status quo attuale. Lattanzi è fondatore e CEO della Bruno Cell di Trento, la prima start-up di carne coltivata in Italia, e segue costantemente gli sviluppi del settore collaborando, tra l’altro, con alcune delle più importanti università italiane che effettuano ricerche in questo campo.

Un altro highlight della Food Conference sono gli esempi di best practice, che mostrano come le aziende altoatesine siano in grado di trarre profitto da megatrend come quelli della salute, della sostenibilità e della regionalità. Tra questi, l’azienda Karuna Chocolate di Chiusa, il cui CEO e sviluppatore di prodotti Armin Untersteiner presenta combinazioni innovative di cacao con superfood alpini. Maria Elisabeth Laimer di Lana, invece, presenta la birra artigianale analcolica Freedl, sviluppata insieme alla sua famiglia. L’ispirazione per lo sviluppo del prodotto è stata la ricerca intensiva di opzioni di consumo sane e sostenibili, in particolare di alternative all’alcol.