Trento

lunedì 10 Giugno, 2024

Mattarello, riceve una telefonata dalla figlia che dice di avere bisogno di soldi per curarsi: è una truffa e non ci casca

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I carabinieri sono arrivati in tempo per fermare un giovane sull'uscio della porta della vittima

Tentata truffa finita in nulla a Mattarello, venerdì 7 giugno. La vittima che hanno cercato di colpire i tuffatori, era preparata grazie agli incontri periodici dei carabinieri e così non è caduta in un raggiro che le sarebbe costato 50mila euro.
L’episodio
Erano le 15 di venerdì quando la donna, una 87enne di Mattarello, è stata contatta sul telefono fisso da un’altra persona che si spacciava per la figlia. Il copione è sempre lo stesso, o quasi: la persona dall’altro capo del telefono dice di stare male, perché le è stato appena diagnosticato un pericolosissimo virus nel sangue che le avrebbe causato addirittura la morte, qualora non si fosse inoculata subito un vaccino speciale, al prezzo di 53mila euro. L’invito alla vittima è di racimolare subito tutto il denaro contante che possiede ed eventuali oggetti preziosi; oltre che di non riagganciare il telefono e che sta arrivando un conoscente per ritirare il tutto.
La reazione 
Subito, l’ansia stava prendendo il sopravvento. L’anziana ha subito seguito le indicazioni e cominciato a raccogliere quanto richiesto, ma mentre lo sta facendo in mente le si accende una «lampadina». Così, prima di procedere, ha contattato la figlia con il cellulare, rassicurandosi che questa fosse in piena salute e che non fosse lei quella in linea sull’utenza fissa. La figlia «vera» ha poi chiamato i carabinieri che hanno fatto in tempo a fermare, sull’uscio di casa dell’anziana madre, un giovane che stava per bussare alla porta della signora. Il malfattore, un minorenne straniero proveniente dalla Repubblica Ceca e che non ha alcun legame in questo territorio, ha cercato di giustificare la sua presenza in quel luogo dicendo di essere appena arrivato in treno e che, essendosi perso, stava lì soltanto per chiedere informazioni. La versione fornita dal ragazzo, già di per sé poco credibile, è risultata del tutto inventata, alla luce degli accertamenti svolti dai carabinieri, che hanno appurato come il sospettato fosse in zona già dal giorno prima e avesse soggiornato in un albergo assieme a un adulto, pare un parente, con cui era arrivato a bordo di un’auto.  Sono in corso approfondimenti per risalire all’identità dei correi.