il fenomeno

martedì 25 Ottobre, 2022

Maltrattamenti e violenza di genere, nel 2022 casi in aumento del 20%

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La stima del procuratore Raimondi. «Quando esplode la follia omicida ci troviamo impotenti e disarmati, per questo si agisca sulla prevenzione». Segnana: serve cultura

«Quando esplode la follia omicida ci troviamo impotenti e disarmati, per questo credo nella cultura in qualunque forma essa si manifesti come strumento di prevenzione che riesce a costruire un territorio ricettivo e che collabora per disinnescare questi fenomeni». Così il procuratore Sandro Raimondi ha introdotto il tema della violenza domestica, un fenomeno che dall’introduzione di Codice Rosso assume una dimensione statistica sempre più importante. Ma ancora molto, ha detto, c’è da fare. «Mi stupisce – queste le parole del procuratore – che nonostante gli sforzi fatti siamo ancora solamente di fronte alla punta dell’iceberg, le denunce sono ancora poche. Il sommerso di questo iceberg è uno degli scopi della formazione e prevenzione a cui stiamo lavorando sul territorio trentino».
L’iceberg ha un valore stimato fra il 10 e il 15 percento rispetto a quanto denunciato, ha ribadito Raimondi ospite del Laboratorio formativo per la rete antiviolenza provinciale, in agenda nell’aula magna di Trentino School of Management. Un tema, quello della violenza di genere, a cui il procuratore ha dato un peso preciso: per il 2022 – ha detto – si stima un aumento dei casi di violenza pari all’incirca al 15-20% rispetto al 2021, anche nei casi dei non denunciati.
A discutere di violenza, negli spazi di Tsm, anche l’assessora provinciale alla salute e politiche sociali Stefania Segnana, il commissario del governo Gianfranco Bernabei e l’amministratore delegato di Tsm Delio Picciani. Le due ore di lectio hanno così fatto da sommario per quanto riguarda i temi che la legge Codice rosso ha introdotto e modificato. La norma mira a introdurre modifiche sia al codice che alla procedura penale in disposizione di materia che riguarda la tutela delle vittime di genere e di violenza domestica. Codice Rosso è espressione concreta dell’intento dello stato di rispondere a un bisogno sempre più rilevante nella nostra società: tutela della vittime di violenza. Bisogno che sembra essere colto nella sua viscerale necessità dal commissario del governo Bernabei quando ha affermato con rammarico che «la percentuale drammatica di femminicidi continua ad aumentare nonostante la maggiore sensibilità che ormai si è diffusa nella nostra società».
Tema più che mai sentito oggi dopo la terribile notizia del caso del femminicidio avvenuto a Bolzano in cui una giovane donna, l’ennesima, perde la vita per mano del marito. Episodi come questi, ha spiegato ancora il commissario, hanno faticato per troppo tempo a venire a galla e ad avere una pronta e adeguata risposta a causa di sommerse riserve di carattere sociale che hanno impedito a dare voce e visibilità adeguate e necessarie. Con Codice Rosso si cerca di sopperire proprio a questo, andando a lavorare su quella che è la matrice culturale e ridimensionando l’aspetto educativo e formativo in termini di prevenzione. Costruire la cultura nei termini qui proposti altro non significa che dare gli strumenti adatti per muoversi in società.
«La battaglia contro la violenza di genere è importante tanto quanto la lotta alla criminalità organizzata in quanto incide direttamente sul sociale e sul benessere del cittadino» ha sottolineato il procuratore ricordando che si tratta di una questione culturale alla quale bisogna partecipare e lavorare tutti assieme per raggiungere un cambiamento effettivo ed efficace. Particolarmente efficace, nella prevenzione, s’è rivelato l’ammonimento, un provvedimento di natura amministrativa che permette al questore di convocare la persona accusata di atti di violenza senza la necessità di querela. Questo strumento per il procuratore «diventa un aspetto e uno strumento educativo e preventivo». L’obiettivo è quindi quello di costruire e lavorare con strumenti che possano permettere di ri-educare l’autore del reato che non sembra avere una giusta percezione del disvalore giuridico e sociale in seno all’atto compiuto. Si tratta di costruire e ricostruire la cultura.
Una necessità sottolineata dall’assessora Segnana che ha evidenziato quanto la sinergia territoriale, ad ogni livello, possa essere la risposta che ci permette di cogliere in anticipo i comportamenti che portano poi alla violenza di genere contro la donna e contro i minori. Si tratta – ha detto Segnana – di una piaga sociale che poggia sulle spalle di tutti noi e come comunità siamo chiamati a combatterla.