L'addio
giovedì 17 Aprile, 2025
Lutto in val di Fiemme: è morto Claudio Zorzi, per anni medico condotto a Panchià e a Ziano
di Francesco Morandini
Aveva 70 anni e da tempo lottava contro il cancro. È stato pioniere della lotta all'alcolismo, con i club territoriali. I funerali domani alle 14

«Claudio se n’è andato». Così la famiglia ha annunciato la scomparsa martedì pomeriggio a Ziano, del dottor Claudio Zorzi di Ziano, medico di base nell’alta val di Fiemme fino ad agosto 2019 quando, in contemporanea con la pensione lo colpì un tumore da cui, miracolosamente (parole dei medici di allora) riuscì ad uscirne riconquistando quelle energie necessarie, pur costellate da ricadute e complicazioni, che gli consentirono di proseguire nella sua attività di promozione della salute che non ha mai interrotto fino all’organizzazione sabato 5 aprile di una scuola territoriale a Trento cui non ha potuto partecipare.
Fra 10 giorni avrebbe compiuto 71 anni. Laureatosi a Verona nel 1974 esercitò subito come medico condotto a Panchià. Nell’84 si sposò con Liliana Tibolla, un’infermiera di Canale d’Agordo che aveva conosciuto all’ospedale di Cavalese e che lasciò il lavoro per dedicarsi alla famiglia, stabilendosi a Ziano. Nel ’91 trascorse 6 mesi in India con i primi due figli di 3 e 5 anni, in una zona accanto alla missione di don Luigi Iellici di Tesero, e dove perfezionò le sue conoscenze dell’omeopatia che ha da sempre esercitato accanto ad una grande attenzione alla medicina naturale.
Ciò che tuttavia lo ha contraddistinto e che lo ha fatto apprezzare anche al di fuori dei confini provinciali, è stata la passione, accanto a leggerezza, gentilezza ed eleganza con cui ha affrontato il tema a lui caro della salute come prevenzione, che si è concretizzata con l’avvio in Trentino agli inizi degli anni ‘80, assieme a Renzo De Stefani, Roberto Pancheri e altri, dei Club Alcolisti in Trattamento poi divenuti Club Alcologici e anche Club Ecologici Familiari, allargando lo spettro delle dipendenze e delle fragilità.
Claudio Zorzi è stato una guida per centinaia di persone, con la capacità di portare il conflitto nel luogo del dialogo, di essere aperto alla complessità nel rispetto della diversità come ha commentato un amico medico padovano in un toccante post. Ha promosso attraverso i Club la cultura della sobrietà, con estremo rigore e determinazione. Ha praticato l’omeopatia, mai tentato però dal riduzionismo medico; ha cercato il dialogo e il confronto, ed è stato apprezzato per il suo rigore e la sua coerenza unita a una forte empatia.
In questi anni segnati dalla malattia non ha smesso di essere motore di progetti come i laboratori di ecologia integrale e il percorso di ecologia sociale che si concluderà domani venerdì 18 alle 20 nell’aula magna di Predazzo.
«Ci ricorderemo tutti di Claudio nel nostro mondo – commenta Renzo De Stefani amico e compagno in questo viaggio nei Club – per la sua capacità di coniugare il piccolo Club con la dimensione comunitaria». Instancabile fino all’ultimo, aveva scritto recentemente documenti, coinvolto la consulta della salute per aggregare le associazioni di volontariato che si occupano di temi legati al benessere, riuscendo a promuovere, sabato 5 aprile, un incontro su questi temi aperto ai volontari, «proprio per superare – afferma De Stefani – l’orticello delle piccole associazioni spesso prive di visione. Claudio aveva lo sguardo lungo, riusciva ad occuparsi del grande senza dimenticare il piccolo e sempre con grande umanità», ricorda l’ex primario di psichiatria di Trento.
Anche l’associazione medica di Predazzo, nata nel 2001 grazie anche all’impegno del dottor Zorzi, lo ha voluto ricordare con le parole del responsabile Giovanni Maffei: «È stato un collaboratore fondamentale, una presenza lungimirante sempre proiettata verso le novità. Un esempio di equilibrio e di scienza. In seno all’associazione è stato un elemento di equilibrio e di riferimento. Anche dopo la pensione e la malattia seguiva personalmente nella nostra sede pazienti con problemi alcolcorrelati. Un uomo benvoluto cui la comunità di Fiemme deve molto. Perché con la sua opera di volontariato ha fatto del gran bene. Claudio ha un credito non comune nei confronti della val di Fiemme».
Certo è che domani pomeriggio, venerdì 18 aprile, saranno in tanti a salutarlo in occasione della breve cerimonia funebre che avrà luogo nel cimitero di Ziano alle ore 14.00.
Il dottore Caudio Zorzi lascia un vuoto non solo nella moglie Liliana, che gli è stata vicina in questi difficili 6 anni, e nei figli Tommaso, Simone e Nicolò, ma anche nella comunità di Fiemme e Fassa e nei tanti che hanno apprezzato il suo impegno e la sua instancabile disponibilità.
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Imprenditore nel settore degli imballaggi in legno ha dedicato la sua vita al sociale, oltre all’azienda che ha gestito con grande attenzione anche ai diritti dei lavoratori