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mercoledì 21 Febbraio, 2024

Lupi, tre branchi nell’Alto Garda che gravitano su Stivo, Tenno e Baldo: al via il monitoraggio genetico

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Sotto osservazione anche i cinghiali a causa della diffusione della peste suina: aumentato il numero di prelievi autorizzati

Il 2024 sarà un anno dedicato al monitoraggio genetico intensivo dei lupi che transitano sul nostro territorio. Ad occuparsene sarà la Guardia Forestale, che ha peraltro già acclarato che l’alto Garda è già da qualche tempo frequentato da almeno tre branchi di lupi, dove per branco si intende qualsiasi gruppo di animali composto da più di una coppia. Tuttavia non c’è nulla di cui preoccuparsi, visto che non ci sono prove che l’habitat naturale locale costituisca al momento un grande richiamo per questi grandi carnivori, che all’aria del lago preferiscono evidentemente quella delle cime più elevate. Ciò non toglie che, viste le frequentazioni certificate da specifiche campionature svolte nei mesi scorsi, sia opportuno verificare con esattezza i loro movimenti in modo da programmare eventuali interventi per evitare che uomo e lupo entrino in contatto fra loro.
Da quel che è stato possibile certificare, al momento i branchi che gravitano nei boschi altogardesani sono tre: il primo è quello che si sposta tra il monte Bondone e il monte Stivo, il secondo è quello che ha lasciato evidenti tracce di sé tra il Lomaso e l’area del tennese, il terzo invece si muove sulle pendici del Baldo. Nessuno di essi ha scelto l’alto Garda come sua sede stabile, anche se nel corso dell’anno appena passato gli uomini della Forestale hanno avuto modo di individuare parecchi resti di predazioni di animali selvatici e una di un asino. Al momento, hanno garantito gli esperti, non c’è alcun motivo di preoccupazione, tuttavia è più che probabile che il numero dei lupi aumenti e si espanda poiché sul nostro territorio sono presenti molte prede fra cervi e cinghiali. A proposito di questi ultimi, va precisato che sono diventati oggetto di osservazioni specifiche da quando la peste suina africana si è manifestata in alcuni allevamenti di maiali nel nostro Paese.
Si tratta di una malattia mortale per gli animali che vi vengono a contatto, ma assolutamente priva di rischi per l’uomo. Tuttavia è proprio l’uomo uno dei vettori più frequenti, dunque è necessario assumere comportamenti tali da evitare il rischio di diffusione di eventuali focolai. Per questo la Provincia ha deciso di aumentare il numero degli abbattimenti anche sul nostro territorio, operazione che dovrebbe portare ad una drastica diminuzione del loro numero, con conseguenze anche sui loro predatori naturali, che così troverebbero maggiori difficoltà nel reperire carne per i loro denti. Un sospiro di sollievo per gli allevatori che durante l’estate portano le loro mucche e le loro pecore nei pascoli in malga.
Lo scorso anno la Forestale è dovuta intervenire per ripristinare i pascoli intorno a Malga Vallestré, completamente devastati dai cinghiali: si era progettato un intervento relativo a 4 ettari, ma alla fine è stato necessario lavorare sul doppio del terreno, visto che le scorribande di quegli animali si erano ampliate in estensione. Nel 2024 la Forestale interverrà per attuare il secondo lotto dei lavori e completare l’operazione a vantaggio degli animali che pascoleranno lassù la prossima estate. Un altro intervento è previsto anche per Malga Palaer, dove verrà ripristinata la pozza naturale scomparsa negli ultimi anni.