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lunedì 18 Settembre, 2023

Lupi, il Tar respinge il ricorso degli animalisti: via libera agli abbattimenti

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Fissata per il 28 settembre la discussione del caso in sede di udienza collegiale

Il Tar di Trento autorizza il cosiddetto «decreto ammazza lupi» firmato dal presidente della Provincia, relativo all’abbattimento di 2 lupi appartenenti a un branco che negli ultimi mesi ha messo a segno una dozzina di predazioni ai danni del bestiame di malga Boldera, sui monti di Ala. I giudici amministrativi oggi hanno infatti respinto il ricorso presentato dall’associazione animalista Leal. «Non appare in tale contesto violato l’altrettanto fondamentale canone della proporzionalità della misura di deroga nella specie adottata dall’Amministrazione provinciale, posto che il provvedimento di abbattimento, adottato previo puntuale parere reso dall’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale motivatamente illustra le ragioni per cui soltanto il prelievo con tale modalità di due esemplari di lupo nell’ambito del branco può costituire una idonea misura di dissuasione per i membri del branco medesimo dal seguitare le proprie incursioni nell’allevamento già severamente depauperato nella consistenza del bestiame ivi custodito, e posto che probatamente le pur astrattamente idonee recinzioni anche elettrificate non hanno impedito a taluni lupi di penetrare al loro interno – si legge nel provvedimento -. Il prelievo mediante l’uccisione di soli due individui nell’ambito del branco per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata, nel mentre assume la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale, da riguardarsi in tale contesto come interesse del tutto prevalente in quanto esso non solo è cespite fondamentale per l’economia del territorio ma che è anche elemento portante per la stessa cultura antropica di quest’ultimo, assolutamente coerente con la necessaria integrità dell’attuale contesto ambientale e che pertanto parimenti assume anch’esso, anche con riguardo al noto fenomeno del progressivo abbandono dell’attività di malga, la connotazione di una biodiversità che deve essere prioritariamente tutelata dall’ordinamento soprattutto nel caso della locale sovrabbondanza di esemplari protetti dalla predetta direttiva Habitat». Il Tar sottolinea che «dagli atti di causa a tutt’oggi non risulta che nella Malga Boldera sia cessata l’attività di alpeggio e che, peraltro, nello stesso provvedimento impugnato è espressamente autorizzato l’abbattimento dei due esemplari di lupo alla tassativa condizione che la Malga stessa sia caricata di bestiame».

Il Tar ha fissato per il 28 settembre la discussione del caso in sede di udienza collegiale.